Uil-PA, il nuovo contratto sarà libero dai lacci e lacciuoli della riforma Brunetta

maggio 13, 2017 at 6:15 admin

Merito e valutazione della performance non sono mai andate giù alla Uil, tanto che il segretario Nicola Turco quasi a voler esorcizzare gli esiti dei nuovi contratti prossimi alla stipula, tiene a far sapere che saranno finalmente liberi dai lacci e lacciuoli cui l'avevano costretti la riforma Brunetta. Non ci bastano infatti gli 85 euro di aumenti in busta paga precisa, i rinnovi contrattuali dovranno recepire pienamente gli accordi siglati il 30 novembre e restaurare la forza della contrattazione che non è un costo infruttifero a carico della collettività, ma un investimento sociale...[fonte]

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bassi salari e blocco dei contratti pubblici hanno depresso i consumi e la crescita, Uil fa sua l'analisi della BCE

maggio 13, 2017 at 5:26 admin

Se anche studi recenti della BCE riconoscono che la svalutazione del lavoro e la conseguente compressione dei salari sono tra le cause del mancato rilancio dei consumi e della insufficiente crescita economica nei paesi dell'eurozona, a maggior ragione nel pubblico impiego otto anni di blocco dei rinnovi contrattuali sono da ritenere la causa unica del grave ridimensionamento del potere di acquisto delle buste paga che ha sottratto all'intera economia italiana quella spinta necessaria ai consumi che viene dalla domanda interna. Se quindi vogliamo ridare fiato ai mercati ed alle imprese, bisogna che si stringano i tempi dei rinnovi dei contratti pubblici. Così il segretario Nicola Turco. [fonte-UIL-PA] - [fonte-BCE]

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Cisal, festa dei lavoratori, Cavallaro fuori dai denti sulla Costituzione e la sovranità pignorata dalla UE

aprile 30, 2017 at 10:37 admin

Anche per questo 2017, siamo giunti al 1° maggio, festa dei lavoratori. Nel fiume di parole che puntuale scorrerà nelle piazze, sulle pagine dei giornali e tra i "links" dei notiziari digitali, abbiamo deciso di proporvi l'analisi di Francesco Cavallaro, segretario generale del sindacato autonomo Cisal, che se non propriamente originale nelle argomentazioni storiche-economiche, ha il merito però di ricondurre il tema del lavoro fuori dalla banalizzante circostanza celebrativa e puntare con decisione alla ragioni ed ai motivi che lo hanno svalutato e reso fattore economico-sociale di grado inferiore nel vissuto concreto della realtà Repubblicana contemporanea. Non nuovo il dibattito sull'interpretazione autentica del dettato Costituzionale in merito al lavoro posto a fondamenta della nostra Repubblica, tra chi lo ritiene un diritto disatteso dall'ordinamento legislativo nel corso degli ultimi settanta anni e coloro i quali pensano che il lavoro come fondamenta della Repubblica sia stato evocato alla stregua di un espediente retorico in quanto di fronte alla Legge la stessa Costituzione pone tutti i cittadini sul medesimo piano, siano essi lavoratori, siano essi produttori, siano essi soggetti che traggono reddito dalla rendita speculativa. Quelle che ci sembrano più interessanti, sono le conclusioni a cui perviene il segretario Cavallaro quando imputa il disastro economico del nostro paese e all'inerzia del legislatore e alla "giurisprudenza costituzionale che tenta costantemente di screditare ogni argomentazione fondata sul principio lavorista" e non ultima, alla UE che ha pignorato quote significative di sovranità, con le quali ha ridimensionato il valore del lavoro e di fatto impedito l'emancipazione che ne verrebbe dalla partecipazione agli utili. Vale veramente la pena leggere questa breve e pregnante nota del segretario del sindacato autonomo CISAL

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Spedito l'atto di indirizzo all'Aran, piramide rovesciata per gli aumenti di stipendio

aprile 30, 2017 at 9:44 admin

Al convegno Uil di palazzo Lombardia, Emanuele Fiano responsabile PD per le riforme, ha confermato e reso ufficiale l'indiscrezione secondo la quale entro maggio il Governo spedirà all'Aran l'atto di indirizzo che segna l'avvio della contrattazione per i rinnovi del pubblico impiego. Tra le novità, la piramide rovesciata degli incrementi contrattuali, vale a significare che quanto più basso sarà il reddito da lavoro percepito, tanto più alto e prossimo alla media degli 85 euro mensili sarà l'aumento di stipendio che verrà dai rinnovi inoltre, si prevedono ritocchi alle assenze per malattia che in caso di visite specialistiche potranno essere fruite ad ore e non trascurabile, la modifiche ai permessi di cui alla Legge 104/92 che andranno programmati con l'Amministrazione [fonte.1] [fonte-convegno]

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Uil-PA, rinnovi e non solo, restaurare la contrattazione privatistica del pubblico impiego

aprile 30, 2017 at 8:58 admin

Revisione della spesa e tagli al personale il cui ricambio generazionale è stato di fatto impedito dagli stretti limiti assunzionali, hanno indotto in affanno l'intera macchina organizzativa della Pubblica Amministrazione e determinato uno scadimento generalizzato dei servizi al cittadino che la UIL-PA fa risalire all'entrata in vigore della prima riforma Brunetta. Nel convegno che si ha tenuto a Milano, la Uil-PA sottolinea l'azione incisiva della Unione non solamente a sostegno del rinnovo dei contratti pubblici scaduti da otto anni, ma soprattutto nel tentativo di riequilibrio negoziale  in favore della Contrattazione promosso dalla sottoscrizione della Intesa del 30 novembre 2016 sul pubblico impiego [fonte]

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Politiche alle porte, Renzi fa scrivere sotto dettatura 1,2 miliardi nel DEF per rinnovare i contratti agli Statali

aprile 8, 2017 at 7:42 admin

Da voci accreditate trapela che sia stato Renzi a far scrivere sotto dettatura la cifra di 1,2 miliardi di euro nel DEF (documento di economia e finanza), i soldi che mancavano ad assicurare agli Statali gli aumenti medi di 85 euro nei prossimi rinnovi dei contratti pubblici. Nonostante che il MEF sia in affanno per soddisfare gli appetiti della Commissione Europea con una manovra aggiuntiva da 3,4 miliardi di euro e debba ancora trovare i 19,5 miliardi utili a scongiurare l'incremento dell'IVA previsto dalle clausole di salvaguardia, le politiche alle porte del 2018 hanno fatto il miracolo di moltiplicare i pani ed i pesci del documento di programmazione economica. Intanto l'Aran ha fatto sapere che nonostante il blocco dei contratti duri da sette anni, i collaboratori della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno visto crescere il loro stipendio di ben il 45% con una media che si aggira sui 57.240 euro l'anno. Per la verità l'Aran dice anche che si è allargato nel 2015 il divario tra stipendi medi del settore privato che si aggirano intorno ai 28.000 euro e quelli pubblici che sarebbero secondo l'Aran, di 33.763 euro. Ma chi li ha mai visti questi soldi? E soprattutto, dando per certe le cifre, in quali tasche finiscono se la busta paga di un istruttore non si schioda dai 1300 euro mensili? [fonte]

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I Comuni chiedono assunzioni subito per Decreto, ma il Mef resiste

aprile 8, 2017 at 6:50 admin

Meglio l'uovo oggi che la gallina domani sembra il ragionamento dei Comuni ad ascoltare il Presidente dell'Anci: dopo anni di sacrifici, lo sblocco del turn-over ci spetta afferma Antonio De Caro. I Comuni chiedono di innalzare al 75% il limite di spesa sui risparmi per cessazioni da reinvestire in nuove assunzioni anche solo per il 2017. Il Mef però oppone resistenza e vorrebbe autorizzare assunzioni nei limiti progressivi del 60% quest'anno, dell'80% il prossimo, fino allo sblocco totale nel 2019 [fonte]

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Riforma, alle forche caudine della Conferenza Unificata Madia perde le nomine ASL, il recupero salario accessorio in eccesso ed è costretta ad assumere gli LSU

aprile 8, 2017 at 6:02 admin

Costretta a passare per le forche caudine della Conferenza Unificata Stato-Regioni dalla Sentenza della Corte Costituzionale, la riforma Madia del pubblico impiego ha dovuto lasciare sul campo le nomine dei direttori generali delle ASL che ritornano di competenza delle Regioni; ha dovuto rinunciare al recupero del salario accessorio impropriamente elargito secondo la Corte dei Conti dagli Enti Locali che si vedono spalmato ora il rientro in comode rate per la durata di cinque anni; ha dovuto allargare la platea della stabilizzazione dei precari a 50.000 posti nei quali rientreranno gli LSU, lavoratori socialmente utili. Tutto, per avere il via libera dalle Regioni ai Decreti attuativi della Riforma e della Valutazione della Performance alla quale avrebbe fatto meglio a non rimettere mano. Non paga, il Ministro Marianna Madia celebra via Twitter, l'intesa con le Regioni come il miglior viatico al rinnovo dei Contratti pubblici...[fonte.1] [fonte.2] [fonte.3]

 

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ai Decreti Madia tocca la stessa sorte di Trump, bloccati dagli establishment dirigenziali

marzo 26, 2017 at 10:29 admin

Diffide, ricorsi, i Dirigenti Pubblici fanno volare le carte bollate pur di non applicare la Riforma Madia che pretende in nome della trasparenza, l'anagrafe patrimoniale dei travet a disposizione dell'opinione pubblica datore di lavoro, in ultima istanza. Gli apparati sindacali dei Dirigenti Statali però si oppongono fermamente e la reazione ricorda un pò quanto è accaduto negli Stati Uniti d'America con i Decreti esecutivi del Presidente Trump: l'azione della burocrazia di fatto esautora l'Autorità politica legittimamente eletta a rappresentare la volontà popolare. Segno dei tempi si potrebbe pensare se non fosse che proprio negli USA e nei civili paesi del nord Europa, vige la buona regola di certificare pubblicamente la reputazione mettendo a conoscenza i cittadini del proprio stato patrimoniale quando si assumono incarichi nella P.A. e ci si ritrova a gestire risorse pubbliche a sei zeri. Ma appunto, parlavamo degli Usa e dell'Europa, non certamente dell'Italia secondo paese più corrotto nella speciale e non invidiabile classifica UE... [FONTE]

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i dati della RGS ci dicono che gli assenteisti si annidano al MEF e gli stacanovisti nella Scuola

marzo 19, 2017 at 10:36 admin

Contrariamente a quanto si possa pensare, nella Pubblica Amministrazione i fannulloni si annidano nei Ministeri. Segnatamente tra coloro che istituzionalmente sono deputati al controllo e monitoraggio dei conti e del corretto andamento. Da una analisi giornalistica su dati di rilevamento prodotti dalla stessa Ragioneria Generale dello Stato, si è potuto evincere che i maggiori tassi di assenteismo non si registrano tra i lavoratori delle Autonomie Locali come potrebbero indurre a credere erroneamente le cronache quotidiane, quanto piuttosto tra i lavoratori più propriamente Statali e cioé, tra i dipendenti delle Amministrazioni Centrali che si assentano mediamente un giorno a settimana pari al 20,5% del totale di giorni lavorativi. A voler entrare nel dettaglio, i numeri rivelano poi una realtà per certi versi ancora più sconfortante, sono infatti i dipendenti del MEF, quelli che dovrebbero tenere a bada i conti della spesa, a far registrare picchi di assenza pari al 32% sul totale di giorni lavorativi. Scuola e dipendenti dello Sviluppo Economico, sono tra i più puntuali e ligi al dovere, fanno infatti registrare tassi di assenza nettamente inferiori alla media in percentuali prossime agli indici fisiologici del lavoro privato, intorno al 17%...[fonte]

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