dicembre 11, 2016 at 11:38
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admin
Il 30 novembre, cioé appena dieci giorni fa, sembrava che l'avessimo già in tasca gli 85 euro del rinnovo contrattuale. Magie dell'annuncite, dopo sette anni di attesa si preparava un "sereno Natale" per il pubblico impiego. Poi stavolta gli Statali hanno deciso di votare secondo coscienza al referendum Costituzionale forse perché a differenza delle europee, non si è fatto in tempo a contabilizzare in busta l'incentivo alla "partecipazione" ed ecco che i soldi restati sulla carta non si sono trasformati in Sì ed rinnovi dei contratti finiti di nuovo in alto mare. L'intesa firmata dai sindacati col Governo infatti, era solamente un accordo politico di massima al quale dovevano seguire le direttive della Madia per l'Aran ed il Decreto attuativo della Riforma che doveva superare la Brunetta e rimettere ai contratti il potere di ripartire il salario accessorio riconoscendo al sindacato l'antica funzione interdittiva così malaccortamente sottratta dalla furia rottamatrice della prima ora renziana. Ebbene, oggi ci ritroviamo con una scampata riforma costituzionale, ma senza Governo e dunque senza aumenti in busta. Non ci resta che sperare che Gentiloni raccolga l' SOS degli Statali in bolletta e gli venga in soccorso accogliendoli con un bel assegno da 1,8 miliardi di finanziamento che ancora mancano alla firma definitiva in calce ai rinnovi dei CCNL
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aprile 8, 2016 at 12:18
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admin
Dopo una pausa di riflessione, anche la UGL ha firmato l'intesa sulla riduzione dei comparti di contrattazione da 11 a 4 sottolineando come l'accordo raggiunto apporti modifiche di rilievo alla struttura dei nuovi contratti e di conseguenza andranno individuate anche le nuove esigenze professionali ed economiche dei lavoratori (fonte)
aprile 7, 2016 at 11:58
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admin
Schietto come pochi, il segretario Torluccio di Uil-Fpl invita il Governo a mettere da parte le altre grane ed a convocare immediatamente le organizzazioni sindacali perché i dipendenti pubblici sono sette anni che lavorano a testa bassa guadagnando sempre lo stesso stipendio ed ora non ci sono più alibi, l'intesa sulla riduzione dei comparti è stata siglata (fonte)
aprile 7, 2016 at 11:06
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admin
Consapevoli delle esigenze, abbiamo responsabilmente raggiunto l'intesa sulla riduzione dei comparti negoziali e la semplificazione della rappresentanza sindacale nel pubblico impiego, ora il Governo non ha più alibi trovi le risorse aggiuntive ed apra ai rinnovi dei contratti di lavoro bloccati e soprattutto, a distanza di sette anni dalla riforma Brunetta che ha vincolato gli spazi negoziali, il Governo si impegni a instaurare un nuovo sistema di relazioni sindacali perché quest'accordo dimostra la centralità della contrattazione per innovare e modernizzare la Pubblica Amministrazione...(fonte)
aprile 7, 2016 at 10:27
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admin
Raggiunto l'accordo sulla riduzione dei comparti di contrattazione, la Cgil sottolinea come sia importante per chi da sempre si è battuto contro la Riforma Brunetta che ha introdotto la riduzione da 11 a quattro comparti negoziali nel pubblico impiego e soprattutto il ridimensionamento del ruolo sindacale nella organizzazione lavorativa, puntare con tenacia al recupero per via contrattuale del peso perduto nella definizione organizzativa dei servizi da rendere al cittadino
(fonte.1) - (fonte.2)
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gennaio 8, 2016 at 6:37
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admin
Riordino della Dirigenza pubblica, rinnovo dei contratti di lavoro, aggiornamento del Testo Unico del Pubblico Impiego (D.Lgs.165/01), devono necessariamente viaggiare in simultanea sottolinea il prof. Sandro Mainardi, ordinario di diritto del lavoro alla Università di Bologna. Altrimenti si rischia di avere norme contrattuali in contraddizione o superate dalle norme di Legge, spiega. Il pacchetto organico di Riforma del Pubblico Impiego prevede infatti un primo passo propedeutico: la convocazione all'Aran dei sindacati per rideterminare i comparti di contrattazione già a metà gennaio. Saranno ridotti a 4, erano dodici: PA centrali, Scuola, Sanità, Regioni ed Enti locali. Università e ricerca resta ancora da definire se assimilarle alle PA centrali od alla Scuola. Si annuncia comunque in salita il percorso dei rinnovi che non prevede alcun recupero per i cinque anni precedenti di stallo. Le novità più profonde arriveranno per la dirigenza col ruolo unico: Stato, Regioni, AALL incarichi di 4+2 anni con un sistema di valutazione più stringente e realistico in ogni caso indipendente dal potere politico. Mobilità dei dirigenti prevista anche in uscita presso il settore privato. Infine in estate arriverà l'aggiornamento del T.U. anche qui, saranno semplificate le procedure per i licenziamenti disciplinari con tempi certi stabiliti per legge e la possibilità in capo alla PA di riavviare il procedimento in caso di reintegra per vizio di forma da parte del giudice...(fonte)
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dicembre 21, 2015 at 12:16
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A firmare i rinnovi dei contratti siamo pronti anche a Natale rispondono con una nota unitaria i sindacati all'intervista di Madia per Repubblica TV che potete leggere di seguito. Le giustificazioni del ministro Madia sull'esiguità dello stanziamento di 300 milioni di euro nella Legge di Stabilità, sono imbarazzanti visto che il Governo con la stessa Legge distribuisce mance per catturare consenso elettorale. Più che venti Decreti, prosegue la nota, servono investimenti sulle risorse umane, i saperi e le professionalità al fine di rinnovare la PA, di norme infatti ne abbiamo già a iosa. Per cambiare il rapporto Stato-cittadini e far crescere il paese, occorre un piano straordinario di lavoro pubblico, ci sono troppi dirigenti e pochi giovani, troppe risorse sprecate e poche da investire nella valorizzazione dei lavoratori...(fonte)
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dicembre 20, 2015 at 11:18
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Marianna Madia: la nostra è una riforma di sistema non di settore, punta a dare ai cittadini tempi e regole certe. Il motore di questa riforma saranno i lavoratori pubblici. Il processo di digitalizzazione che comunque già stiamo implementando coi dipendenti maturi ancora in servizio, sarà completato da reclutamenti mirati di giovani professionisti assunti non più in base alle vecchie piante organiche, ma con concorsi pubblici programmati sui fabbisogni reali di unità professionali che serviranno a far arrivare ai cittadini i nuovi servizi. Le Amministrazioni non proseguiranno più in ordine sparso, noi ragioniamo seguendo una visione unitaria dei fabbisogni della Repubblica, per questa ragione non vedremo più assunzioni di amministrativi nelle ASL dove invece servono medici. Le risorse disponibili quindi, saranno allocate efficacemente per reclutare secondo le necessità. I vincitori di concorsi saranno tutti assunti, mentre agli idonei questo diritto non potrà essere garantito a tutti come è giusto che sia, d'altronde. Anche i dipendenti delle Partecipate non dovranno temere il riordino e la riduzione del numero delle aziende. Saranno chiuse quelle che non perseguono un reale interesse pubblico, ma analogamente a quanto già in atto per i dipendenti delle ex Province, non perderanno il posto di lavoro. Saranno avviati a quello che possiamo definire il più grande processo di mobilità di personale nella storia della Repubblica. La Riforma consta di venti Decreti attuativi di cui, i primi dieci saranno portati in Consiglio dei Ministri prima di Natale od al massimo a gennaio 2016.
Sul tema cogente dei rinnovi contrattuali Madia ha tenuto a sottolineare che per legge il negoziato non può partire se prima i Sindacati non troveranno l'accordo con l'ARAN per ridurre il numero dei comparti. Si è poi detta consapevole che è ingiusto un blocco perdurante dei rinnovi che però è stato causato dalla più dura crisi economica che si potesse immaginare e comunque, c'è da tener presente che nel privato ad esempio, ha prodotto ingiustizie anche più gravi come la perdita di milioni di posti di lavoro cosa che nel settore pubblico non è accaduto. I contestati 300 ml stanziati nella Legge di Stabilità per rinnovare i contratti pubblici, aumenteranno ha promesso Madia, parallelamente all'uscita dalla crisi ed in ragione dell'incremento della crescita economica...
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Tags: Madia, rinnovi, contratti, Legge, Stabilità, reclutamenti, concorsi, precari, licenziamenti, posti, lavoro, assunzioni, Ministro, sindacati, Aran, comparti, Partecipate, riduzione
ottobre 25, 2015 at 3:09
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Eran 300, erano pochi, maledetti ed in ritardo e tali resteranno i milioni stanziati nella Legge di Stabilità, ma la torta sarà divisa tra i soli Statali. Quindi gli aumenti medi mensili in busta paga per questi ultimi, da 8 dovrebbero salire a 14 euro. I dipendenti di Regioni ed EELL rimangono invece nell'incertezza più assoluta, le risorse destinate ai rinnovi dei CCNL saranno definite in un prossimo Decreto ad hoc precisa la Madia. Le novità più significative dei prossimi rinnovi contrattuali riguarderanno tutti i comparti della pubblica amministrazione nello specifico: le modalità di ripartizione degli incrementi salariali non saranno indicizzati all'inflazione ed uguali per tutti come di consuetudine, ma saranno differenziati in ragione dei redditi percepiti, delle funzioni espletate e delle categorie economiche di appartenenza. Questo perché attraversiamo una contingenza inflazionistica prossima allo zero; i comparti di contrattazione per i quali la Madia si è detta sicura di trovare comunque un accordo coi sindacati, saranno ridotti come prescrive la Riforma Brunetta, ma non seguendo i criteri dei livelli di Governo bensì accorpando i settori secondo le specificità professionali, prevedibilmente nasceranno il comparto-scuola ed il comparto-sanità...(fonte)
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Tags: rinnovi, contrattuali, CCNL, incrementi, salariali, indicizzazione, inflazione, categorie, economiche, funzioni, redditi, uguali, comparti, settori, professionali, riduzione
ottobre 19, 2015 at 12:49
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admin
Una bozza aggiornata della Legge di Stabilità fatta circolare tra gli addetti ai lavori, prevede che pur di portare a compimento i miseri rinnovi dei CCNL del pubblico impiego, il Governo è disposto ad un ulteriore rinvio della Riforma Brunetta dopo sette anni dalla sua promulgazione. In particolare verrebbero rinviate le misure più odiate dalle piccole OOSS e cioè la soglia di rappresentanza fissata dalla Legge al 5%; le fasce di merito per l'attribuzione del salario di produttività e l'obbligo di riduzione a quattro dei comparti di contrattazione nei quali sono suddivisi i settori di attività del pubblico impiego. Dalla nuova bozza si apprende che saranno meno gravi del previsto i tagli ai fondi destinati allo stipendio di risultato, si passa infatti dal 20 al 10%; che il blocco del turn-over sarà ridimensionato al 40% (era previsto che salisse all'80%), per aumentare i risparmi di spesa sul personale cessato per quiescenza; che sarà del 20% la sforbiciata ai trattamenti di salario accessorio; il tutto rammentiamo, per raggranellare i 200 ml messi sul tavolo delle trattative per i rinnovi contrattuali imposti dalla Sentenza della Corte Costituzionale (fonte).
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Tags: fasce, merito, rappresentanza, soglie, OOSS, sindacati, rinnovi, CCNL, comparti, riduzione, tagli, stipendi, risultato, blocco, turn-over