dicembre 11, 2016 at 11:38
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admin
Il 30 novembre, cioé appena dieci giorni fa, sembrava che l'avessimo già in tasca gli 85 euro del rinnovo contrattuale. Magie dell'annuncite, dopo sette anni di attesa si preparava un "sereno Natale" per il pubblico impiego. Poi stavolta gli Statali hanno deciso di votare secondo coscienza al referendum Costituzionale forse perché a differenza delle europee, non si è fatto in tempo a contabilizzare in busta l'incentivo alla "partecipazione" ed ecco che i soldi restati sulla carta non si sono trasformati in Sì ed rinnovi dei contratti finiti di nuovo in alto mare. L'intesa firmata dai sindacati col Governo infatti, era solamente un accordo politico di massima al quale dovevano seguire le direttive della Madia per l'Aran ed il Decreto attuativo della Riforma che doveva superare la Brunetta e rimettere ai contratti il potere di ripartire il salario accessorio riconoscendo al sindacato l'antica funzione interdittiva così malaccortamente sottratta dalla furia rottamatrice della prima ora renziana. Ebbene, oggi ci ritroviamo con una scampata riforma costituzionale, ma senza Governo e dunque senza aumenti in busta. Non ci resta che sperare che Gentiloni raccolga l' SOS degli Statali in bolletta e gli venga in soccorso accogliendoli con un bel assegno da 1,8 miliardi di finanziamento che ancora mancano alla firma definitiva in calce ai rinnovi dei CCNL
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Tags: Contratti, rinnovi, CCNL, comparti, accordo, politico, intesa, sindacati, Gentiloni, Renzi, 80, euro, aumenti, busta, paga, referendum, europee
dicembre 3, 2016 at 9:26
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admin
Un accordo "come Dio comanda" per vincere il referendum quello siglato il 30 novembre tra il Governo e le Organizzazioni sindacali Unitarie di Cgil, Cisl, Uil sulle linee guida che orienteranno i rinnovi contrattuali di tutti i comparti del pubblico impiego. Riequilibrio delle fonti di diritto nel rapporto di pubblico impiego dalla Legge a tutto vantaggio della negoziazione e di fatto un superamento della riforma Brunetta nelle parti più contestate dal sindacato in tema di valutazione della performance, monetizzazione dell'apporto individuale, premialità condizionata alla produttività piuttosto che alla presenza, ricorso all'atto unilaterale in caso di stallo delle trattative che sarà invece vincolato esclusivamente ai casi di pregiudizio economico che ne potrebbe derivare alla Amministrazione
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Tags: rinnovi, contratti, statali, pubblico, impiego, accordo, Governo, sindacati, linee, guida, referendum
novembre 2, 2016 at 12:05
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Statali, per la prima volta dopo anni nella Legge di Stabilità non c'è alcuna norma od anticipazione di riforma. Tutto tace. Il Governo ha deciso di non compromettere gli esiti del referendum costituzionale ed ha rinviato finanche l'applicazione delle fasce di merito previste dalla riforma Brunetta del 2009. Se infatti fossero state applicate, ben il 50% delle risorse destinate al salario accessorio sarebbero state dirottare alla retribuzione del 25% di personale che avesse superato la valutazione della performance col massimo del punteggio e si sarebbe verificato il paradosso che dopo otto anni in attesa dei rinnovi contrattuali, molti lavoratori avrebbero avuto lo stipendio tagliato nonostante i prevedibili incrementi dei nuovi contratti. La sola menzione che la Legge di Stabilità 2017 riserva agli Stati è lo stanziamenti di 1,85 miliardi che si aggiungono ai 300 milioni dell'anno passato che dovranno essere destinati a rinnovare i contratti e contemporaneamente assumere nella sanità...[fonte]
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Tags: referendum, costituzionale, Statali, norme, Delega, riforma, Legge, Stabilità, retribuzioni, salari, incrementi, esiti
ottobre 9, 2016 at 10:04
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admin
La Commissione, il deficit, i sindacati, la Brunetta, tutto sembra congiurare per il NO al referendum del 4 dicembre prossimo. Gli Statali sono diventati un incubo per Renzi. Moscovici, il "cane" europeo a guardia della Legge di Stabilità si è rimangiato il via libera al deficit allegro in prospettiva antipopulista e Renzi è finito nuovamente nei guai. Tra le mance in programma per vincere il referendum Costituzionale c'era l'incremento del deficit fino al 2,4% del PIL che avrebbe consentito un congruo aumento dei salari in busta paga. La marcia indietro di Moscovici però che ha riposizionato il paletto del deficit al 2,1%, ha rimesso in gioco l'alienazione del consenso nelle urne del pubblico impiego. Il Governo infatti è stato costretto a prevedere uno stanziamento aggiuntivo di risorse per rinnovare i contratti pubblici che non supera i 600 milioni nella prossima Legge di Stabilità. Sommati ai 300 ml stanziati l'anno passato, fanno circa 900 milioni di euro a coprire i rinnovi fino al 2018 compreso. Tradotto: meno della previsione ottimistica di 20 euro netti in busta che oltretutto metterebbero a rischio la percezione del credito d'imposta di 80 euro che contribuì al successo alle ultime consultazioni europee. Allo stato delle cose, nessuna delle organizzazioni sindacali sembra disposta a firmare i rinnovi contrattuali anzi, il sindacato pone un'ulteriore condizione: il superamento della riforma Brunetta che impone di valutare la performance ed azzerare i premi a pioggia. Le ultime notizie danno la Madia disposta non ad abrogare la norma, ma a sospenderla in vista del referendum evidentemente il Governo prova a non alienarsi definitivamente il voto degli Statali...[fonte.1] - [fonte.2]
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Tags: rinnovi, contratti, Statali, pubblici, pubblico, impiego, sindacati, Commissione, Commissario, europeo, UE, deficit, PIL, bilancio, Governo, referendum, credito, imposta, busta, paga
ottobre 1, 2016 at 10:20
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admin
Probabilmente abbiamo sbagliato, ma abbiamo preferito cercare soluzioni ai tanti professori del meridione che si sarebbero dovuti spostare da casa. Risponde così il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, agli ascoltatori di Radio RTL 102,5 che in diretta gli chiedevano conto delle troppe supplenze a riempire le cattedre vuote al nord quando invece la Buona Scuola solennemente prometteva di eliminarle. Abbiamo compiuto un gesto di buona volontà non disinteressato però, pensiamo noi. E' del tutto evidente che nell'ottica referendaria del 4 dicembre prossimo, recuperare un pò di voti nel mondo della scuola era una esigenza prevalente rispetto a quella di mandare a regime la riforma. E' stato un pò come ricredersi sulla bontà di una riforma che invece prometteva di risolvere i problemi della scuola in modo definitivo. Ma i voti son voti ed a dicembre si aggiungeranno a quelli comprati coi bonus pensionati, esodati, agricoltori, impiegati, imprese. Non tutte le ciambelle riescono col buco e questa della Buona Scuola potevamo gestirla meglio, sarei stato più contento conclude il ganassa, insolitamente autocritico [dalla viva voce]
settembre 18, 2016 at 11:15
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admin
Per il pubblico impiego il 2017 sarà l'anno buono: avremo in tasca i soldi del nuovo contratto di lavoro, a confermarlo le parole della Giannini, ministro dell'istruzione, nel video del post qui di seguito. Entro il 2017 puntualizza la Giannini. Se infatti i pensionati vedranno il bonus della quattordicesima in occasione del referendum costituzionale, gli Statali potranno contare di avere in tasca i soldi dei rinnovi giusto prima delle prossime consultazioni politiche...