Statali, la Corte dei Conti certifica rinnovo del CCNL, arretrati in busta con lo stipendio di Febbraio

febbraio 10, 2018 at 12:14 admin

Le sezioni riunite della Corte dei Conti hanno apposto il sigillo di regolarità contabile al rinnovo del contratto di lavoro 2016-2018 delle Funzioni Centrali. Con lo stipendio di febbraio quindi, se tutto fila liscio come dovrebbe, i Ministeriali saranno i primi del pubblico impiego ad intascare gli arretrati per le annualità 2016-2017. Secondo i calcoli delle nostre fonti, il gruzzolo oscilla tra i 370 ed i 712 euro. Per intenderci, giusto gli spiccioli per saldare qualche bolletta arretrata... [CdC-riproduzione] - [stampa] - [CdC-screenshot] - [fonte]

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Tfr, firma la petizione per la restituzione a fini previdenziali della indebita trattenuta in busta paga

novembre 25, 2017 at 5:21 admin

TFR, molte amministrazioni praticano indebitamente la trattenuta del contributo del 2,5% invece di indicarlo solo figurativamente, contrariamente a quanto previsto dall'accordo del '99. L'accordo quadro recepito con il Dpcm del 20 dicembre 1999, segnava il passaggio dal TFS al TFR per i dipendenti pubblici assunti dal 2001 e allo stesso tempo la possibilità di trasformare il Tfs in Tfr per tutti quelli che si fossero iscritti alla previdenza complementare. Il Tfs è gravato dal contributo previdenziale del 2,5% a carico del lavoratore e trattenuto dall'amministrazione di appartenenza sulla retribuzione utile ai fini previdenziali, successivamente versato all'ente di previdenza. Per il Tfr l'accantonamento è solo del 6,91% sulla retribuzione utile. La beffa ha colpito soprattutto coloro i quali si sono lasciati persuadere dalla martellante propaganda ed hanno rinunciato alla buonuscita (TFS), per investirla nella previdenza complementare di comparto con la segreta speranza di recuperare qualche euro dalla seconda pensioncina e riallineare il reddito alle esigenze di una vecchiaia che si preannuncia particolarmente parca, in regime contributivo. Ebbene, questi lavoratori leggono ogni mese sulla busta paga, una indebita trattenuta che frustra ed annulla le legittime aspirazioni dei lavoratori che in regime di TFS potevano contare su provvidenze aggiuntive utili al mantenimento del proprio tenore di vita. Alla trattenuta di abbattimento del TFR, si sommano le contribuzioi pretese dai Fondi previdenziali complementari a carico sempre del lavoratore, il cui rendimento resta tutto da verificare a fine carriera. Firma anche tu la petizione promossa dalla Cgil perché vengano restituite e cancellate le inique differenze di trattamento malcelate quando non taciute del tutto ai lavoratori

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Statali, Governo e Sindacati fanno propaganda live con le cifre, dai nuovi contratti Anief calcola la miseria di 31,5 euro

ottobre 22, 2017 at 12:26 admin

Spulcia le cifre reali Marcello Pacifico presidente Anief e s'avvede che quella del Governo sostenuto dall'opera interessata dei Sindacati tradizionali firmatari degli accordi del 30 novembre 2016, altro non è che propaganda live in vista delle consultazioni politiche. Le cifre ufficiali sono gonfiate, in realtà ai lavoratori della scuola dai rinnovi arriveranno la miseria di 31,5 euro in busta paga, comprensivi della indennità di vacanza contrattuale. Ecco perché si affannano a sottolineare che gli aumenti seguiranno il principio della piramide rovesciata: la gran maggioranza dei lavoratori riceverà aumenti di stipendio semplicemente ridicoli in ragione dell'aumento del costo della vita negli ultimi dieci anni di blocco dei salari. [fonte]  

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Gentiloni, Statali, soldi in busta all'anno nuovo; trattative ad oltranza auspica Madia, in tempo per le politiche

ottobre 21, 2017 at 11:38 admin

Gentiloni misurato e distaccato, promette aumenti in busta paga agli Statali già per l'anno nuovo. Madia invece si spinge oltre ed auspica trattative ad oltranza addirittura per chiudere i rinnovi contrattuali prima che si aprano le urne, è evidente. La formula magica stavolta è quella degli 85 euro di incrementi in media fissati in finanziaria al netto degli 80 euro di credito d'imposta che portarono bene alle europee. La sterilizzazione però dei sopra soglia, non sarà per Legge. Verrà regolata dai contratti. Se fosse stata scritta nella Legge di Stabilità, avrebbe compreso anche i lavoratori del settore privato ed i conti della Finanza pubblica sarebbero saltati. Dopo l'IVA, l'impegno per finanziare i rinnovi dei contratti del pubblico impiego è il maggiore investimento del Governo nella Legge di Stabilità conferma il Ministro Marianna che va in campagna elettorale dimostrando di saperla lunga...[fonte]

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Legge di Stabilità, 95 ml di euro in più riservati ai Presidi, nulla resta per i prof fuori del nuovo contratto

ottobre 8, 2017 at 10:00 admin

I trecento milioni per salvare il credito di imposta degli ottanta euro non si sa ancora bene dove prenderli, in compenso però nella prossima Legge di Stabilità (la finanziaria), ci saranno 95 milioni per aumentare i magri stipendi da 2.800 euro netti ai Presidi. Una urgenza per il Governo, alla quale sta alacremente lavorando la Fedeli. 13.571 euro in più che si sommeranno agli 85 euro di aumenti già nei programmi dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego. La piramide capovolta della Madia, sarà dunque riportata nella sua originaria posizione eretta in via esclusiva per i Dirigenti scolastici. I professori invece dovranno farsi bastare gli 85 euro di incrementi concordati con gli accordi di novembre 2016. Gli aumenti di stipendio aggiuntivi infatti, varranno solamente per i settemila Presidi, equiparati ai Dirigenti delle PA nelle funzioni svolte, ma con magri stipendi da funzionari. Un trattamento economico inadeguato, a loro dire, in ragione delle numerose responsabilità che si assumono quotidianamente, non ultime le reggenze sparse sui territori spesso vasti dei circoli didattici. Sono infatti 1.700 le scuole prive di guida la cui reggenza viene assunta da Presidi che già hanno un incarico di ruolo presso un altro Istituto. [fonte.1] - [fonte.2]

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aumenti contrattuali, chi sfora il tetto recupera gli 80 euro una tantum netto in busta

luglio 9, 2017 at 7:28 admin

Fissati in cinque miliardi di euro i paletti degli stanziamenti per rinnovare i contratti di cui 1,4 miliardi a carico dei bilanci di Regioni ed EELL, come abbiamo già ampiamente illustrato, la Direttiva madre lascia comunque ampi margini alle trattative. La ripartizione degli incrementi stipendiali prevederà cinque o sei fasce retributive analogamente a quanto avviene per il riconoscimento del credito d'imposta: coloro i quali guadagnano meno, si vedranno riconosciuti il massimo degli aumenti (85 euro in media), in termini reali e non percentuali. Viceversa, le posizioni apicali che godono di trattamenti economici elevati, avranno minori incrementi di stipendio netto in busta. Per superare lo scoglio degli ottanta euro, l'ipotesi allo studio che riguarda circa duecentomila statali per i quali si calcola che gli aumenti di stipendio finiranno per sterilizzare il credito d'imposta a seguito dello sfondamento del tetto di reddito, fonti accreditate fanno sapere che Governo e parti sociali pensano ad un recupero una tantum direttamente in busta 

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Dosi, l'economista che sussurra a Grillo di cancellare gli 80 euro per finanziare il reddito di cittadinanza

giugno 4, 2017 at 9:42 admin

I grillini si preparano a Governare il paese e si sono messi alla ricerca di personale competente cui affidare i dicasteri strategici per non farsi trovare impreparati come è accaduto nelle recenti esperienze municipali ed ecco che tra i nomi più ascoltati da Grillo in tema di economia spunta quello del prof. Giovanni Dosi, docente della scuola superiore Sant'Anna di Pisa. Le scelte di una parte politica accreditata delle migliori fortune alle prossime consultazioni non sono propriamente indifferenti per il pubblico impiego. L'economista Dosi infatti, è l'uomo che suggerisce allo schieramento che i maggiori istituti di ricerca demoscopica concordano nel dare vincente, le misure economiche più urgenti da adottare per far fronte alla dilagante povertà e tra queste ultime, quella del reddito di cittadinanza universale che dovrebbe colpire direttamente la busta paga del pubblico impiego. Dieci dei venti miliardi di euro a copertura del reddito di cittadinanza vanno recuperati cancellando le agevolazioni fiscali in vigore di cui il credito d'imposta degli ottanta euro sarebbe secondo il prof. Dosi, tra le meno efficaci. Quel milione e più, tra personale ausiliario ed impiegati a bassa reddito della Pubblica Amministrazione che percepiscono in busta paga l'astronomica cifra di 960 euro annuali infatti, non li avrebbero spesi e rimessi nel circolo economico, ma li avrebbero, secondo lo scienziato della economia grillina, impiegati per pagare debiti e bollette arretrate quindi, possono tranquillamente essere dirottati a finanziare l'ozio a cinque stelle [fonte

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Occhio Statali! I grillini pensano di finanziare il reddito di cittadinanza con i nostri 80 euro

maggio 20, 2017 at 11:55 admin

Tra le misure previste a copertura dal DDL grillino per finanziare il reddito universale di cittadinanza, oltre ai tagli alle detrazioni fiscali ed all'aumento delle imposte sulle attività di ricerca di gas e petrolio sognando un mondo che marci a rinnovabili e faccia salire alle stelle la bolletta della luce e del gas da riscaldamento, i grillini stanno pensando di recuperare 10 miliardi tagliando gli ottanta euro in busta paga che furono investiti per sostenere i redditi più bassi e rilanciare i consumi. A confermalo, le dichiarazioni rilasciate da Laura Castelli, membro della Commissione Bilancio che non esclude una opportuna valutazione della proposta perché la misura del Governo Renzi di certo non è stata adottata per combattere la povertà, sostiene la giovane deputata torinese esperta di economia aziendale [fonte.1] [fonte.2]

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Gentiloni vada in soccorso degli Statali con 1,8 miliardi che ancora mancano ai rinnovi dei contratti

dicembre 11, 2016 at 11:38 admin

Il 30 novembre, cioé appena dieci giorni fa, sembrava che l'avessimo già in tasca gli 85 euro del rinnovo contrattuale. Magie dell'annuncite, dopo sette anni di attesa si preparava un "sereno Natale" per il pubblico impiego. Poi stavolta gli Statali hanno deciso di votare secondo coscienza al referendum Costituzionale forse perché a differenza delle europee, non si è fatto in tempo a contabilizzare in busta l'incentivo alla "partecipazione" ed ecco che i soldi restati sulla carta non si sono trasformati in Sì ed rinnovi dei contratti finiti di nuovo in alto mare. L'intesa firmata dai sindacati col Governo infatti, era solamente un accordo politico di massima al quale dovevano seguire le direttive della Madia per l'Aran ed il Decreto attuativo della Riforma che doveva superare la Brunetta e rimettere ai contratti il potere di ripartire il salario accessorio riconoscendo al sindacato l'antica funzione interdittiva così malaccortamente sottratta dalla furia rottamatrice della prima ora renziana. Ebbene, oggi ci ritroviamo con una scampata riforma costituzionale, ma senza Governo e dunque senza aumenti in busta. Non ci resta che sperare che Gentiloni raccolga l' SOS degli Statali in bolletta e gli venga in soccorso accogliendoli con un bel assegno da 1,8 miliardi di finanziamento che ancora mancano alla firma definitiva in calce ai rinnovi dei CCNL

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Statali, giovedì la firma per gli 85 euro di aumenti che annullano gli 80 euro del credito d'imposta

novembre 26, 2016 at 10:34 admin

Giovedì 1 dicembre sindacati nuovamente convocati da Madia per chiudere la partita dei rinnovi contrattuali prima del referendum costituzionale. Sembra però che non mancheranno le sorprese perché al momento, restando come sono le cose, il Governo al tavolo dei rinnovi con una mano ha promesso di dare 85 euro lordi di incrementi stipendiali, e con l'altra tratterrebbe dalle buste paga il credito di imposta meglio noto come gli 80 euro di Renzi, se gli aumenti contrattuali dovessero far superare la soglia dei ventiseimila euro che dà diritto alla restituzione monetaria di una quota d'imposte sterilizzando di fatto gli aumenti in busta paga. A questo si aggiungono le parole sibilline pronunciate dal Ministro dell'economia Padoan che non sa quanto costa un litro di latte, ma in compenso ricorda ai sindacati che gli 85 euro lordi mensili di aumenti non sono per tutti, rappresentano infatti una media. Alcuni prenderanno 120 euro, altri ne intascheranno solamente 50, indovinate chi? [fonte]

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