Statali, firmato il contratto, a febbraio arretrati in busta, gli aumenti invece arriveranno a marzo

dicembre 23, 2017 at 4:15 admin

Statali, le funzioni centrali hanno firmato il primo dei rinnovi contrattuali. Gli arretrati, circa 545 euro, arriveranno in busta con lo stipendio di febbraio, gli aumenti da 85 euro lordi in media, andranno arriveranno a regime nel mese di marzo. I sindacati ritiene il nuovo contratto firmato all'alba del 23 dicembre e valido per il triennio 2016-2018, già superato. Pensano infatti al prossimo rinnovo in tempi stretti in maniera tale da favorire l'incidenza dei suoi effetti sugli incrementi salariali. Per questa ragione i sindacati hanno tanto insistito ed infine ottenuto che gli aumenti da 85 euro medi mensili andassero a consolidare il trattamento fondamentale. Ingenuamente però, i sindacati fanno i conti senza l'oste. Quale che sia la maggioranza di Governo che uscirà dalle urne, la trojka metterà l'Italia sotto tutela dopo averci fatto votare. Verosimilmente quindi, andrà di lusso riuscire a mantenere quanto ottenuto senza ulteriori tagli al pubblico impiego. Grecia docet. Passeranno molti anni prima di vedere la stipula di un nuovo e migliorativo contratto del pubblico impiego. A meno che Roma non impari la lezione dai paesi dell'est e mandi un segnale forte e deciso all'asse Berlino-Bruxelles: NO grazie, sappiamo fare da soli, abbiamo già fatto pratica con la gestione dei migranti, sarà una passeggiata per noi risolvere i problemi economici! Cgil e Uil-PA concordano sul punto che il rinnovo appena ottenuto del contratto, ha superato i vincoli della riforma Brunetta restituendo alla negoziazione le materie sottratte dalla Legge (D.Lgs.150/09), e cancellato le odiate fasce di merito, quelle disapplicate in barba alla norma perché obbligavano i datori di lavoro a mettere nero su bianco la valutazione individuale della prestazione di ciascuno per ricevere il dovuto corrispettivo premiale. Meglio essere liberi di fare come si conviene ed uguali tra lavoratori e parassiti. La Cisl invece sottolinea che il nuovo contratto firmato in questo scorcio di legislatura, pone le basi per una riforma dell'ordinamento professionale da realizzarsi col prossimo rinnovo, per valorizzare le professionalità nel frattempo acquisite dai lavoratori durante il protrarsi della lunga crisi economica [fonte.1][fonte.2][fonte.3][fonte.4]; [fonte.5]

 

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Statali, performance, nuova busta paga a pioggia differenziata, la proposta del Governo sui rinnovi

dicembre 10, 2017 at 11:36 admin

Rinnovo dei contratti pubblici, il Governo riprova a differenziare le buste paga dopo il tentativo ambizioso di Brunetta rimasto inattuato. A differenza della Riforma varata nel 2009, le fasce di retribuzione non saranno fisse normate per Legge, ma potranno oscillare. Per la produttività, nelle previsioni della Madia, saranno accantonate le quote prevalenti dei fondi decentrati, oggi invece destinati in massima parte alla retribuzione di turni, disagio, progressioni pregresse ecc. ecc. Inoltre, la valutazione della performance non sarà individuale, ma verranno presi in esame i risultati raggiunti dall'intera unità operativa. Insomma, nelle intenzioni si ritornerà al vecchio amore per il collettivo dove uno lavora e gli altri tengono compagnia. La sola differenza con la consuetudine fossilizzata negli uffici pubblici, sarà che dalla valutazione delle migliaia, si passerà alla valutazione delle centinaia. Una produttività a pioggia differenziata dunque, che cadrà su collettivi meno numerosi. Altre novità di rilievo proposte dal Governo ai sindacati nell'incontro del 5 dicembre u.s. i permessi ad ore per visite mediche e la cessione delle ferie ai colleghi che assistono figli minori [fonte]

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Rinnovi, nuovo stallo sulla Brunetta, Checco Zalone non molla il salario accessorio

ottobre 23, 2016 at 10:25 admin

Rinnovo dei contratti pubblici, trattative di nuovo in stallo. L'ostacolo è rappresentato dalla riforma Brunetta del 2009, Legge scritta bene, in corretto italiano ed insolitamente chiara. Alla produttività deve essere riservata la "quota prevalente" di salario accessorio. Pochi dubbi quindi, il 50% più 1 euro del bilancio destinato alla remunerazione del salario accessorio deve essere stornato e concentrato sui premi produttività delle odiate fasce di merito invise al sindacato che una quota non trascurabile invece di dipendenti pubblici da sei anni e più aspetta di vedere applicate per raccogliere i meriti della valutazione della performance oggetto ancora sconosciuto in molti enti metropolitani dell'area centro-meridionale. L'applicazione della Brunetta azzererebbe di fatto la quota di remunerazione di altre voci accessorie fisse. Al'assemblea dell'Anci a Bari Renzi ha confermato che i principi cardine della Brunetta: produttività e meriti, non saranno smantellati, ma pur di superare i veti del sindacato e far ripartire le trattative entro giugno prossimo, saranno apportate "correzioni" nel T.U...[fonte]

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Sindacati: Def, i compiti assegnati dall'Europa il governo li ha fatti a casa dei lavoratori

aprile 15, 2016 at 12:04 admin

Dal Documento di Economia e Finanzia, si comprende che i compiti assegnati dalla Ue, il Governo li ha fatti a casa dei lavoratori del pubblico impiego: quello che emerge dal Def sono solamente tagli per il passato, il presente ed il futuro. La tanto sbandierata flessibilità concessa dalla Commissione per aver rimesso a posto i conti, s'intuisce che è stata pagata dalle famiglie dei lavoratori col blocco dei rinnovi e coi tagli agli stipendi. Negata finanche la detassazione del salario accessorio che sarebbe stata un incentivo all'incremento della produttività. Il Governo non può accampare più alibi, dopo l'accordo sulla riduzione dei comparti bisogna che cambi verso, la mobilitazione raggiungerà tutti i territori...(fonte)

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Superiamo la Brunetta, l'orologio di UIL-PA fermo al 1995

febbraio 6, 2016 at 11:43 admin

Nostalgia, nostalgia canaglia cantavano Albano e Romina, ma per UIL-PA concertazione e privatizzazione del rapporto di pubblico impiego sono la "jihad" del lavoro per la quale battersi oggi e sempre. Fiera di aver raccolto le firme per una Legge di iniziativa popolare ammessa alla discussione alle calende greche destino che accomuna d'altronde tutte le proposte di legge popolari, la Uil-PA anticipa che nelle prossime trattative di negoziazione dei rinnovi contrattuali, chiederà al Governo un impegno formale perché sia superata l'odiata Brunetta che nel frattempo però, è già stata "superata" in peggio dall'ultima "Madia". Addirittura c'ha speso un seminario Uil-PA per affermare che della Brunetta (D.Lgs.150/09, sic!), non le vanno giù la valutazione individuale e le fasce di merito; le trattenute per assenteismo influenzale e la produttività individuale. Chiede infatti il ritorno alla produttività collettiva e più in generale il ripristino delle prerogative sindacali della contrattazione appunto sottratte dalla Legge alla negoziazione, dopo gli eccessi e gli abusi dei veti interditivi. Quasi un revival come se la crisi economica, il fallimento di Lehman brother, la crisi dell'euro e quella del debito europea non fossero mai accadute e nulla avessero insegnato. Tutto come se stessimo in pieno boom economico dei favolosi anni '80 e potessimo svalutare la lira per presentarci competitivi sul mercato e finanziare la spesa pubblica a debito perché è ancora sotto controllo intorno al 60% del PIL e non al 134% con una montagna da spalare di 2.200 Mld di euro. Ci assale il dubbio che a marginalizzare il sindacato non sia stata la rottamazione renziana, quanto piuttosto la depressione dei vertici di una parte importante dell'intero movimento sindacale, che non riesce a sintonizzarsi sui tempi nuovi e le mutate condizioni economiche globali attardata a disegnare schemi ed attuare dinamiche oramai prive degli elementi di riferimento economico-sociali-politici. Anche loro forse troppo giovani per andare in pensione, troppo vecchi per ricercare nuove idee e strade alternative che ridiano un ruolo al sindacato oltre le tavole dei palcoscenici TV...(fonte)

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Sindacati, non siamo noi a frenare è il Governo che non mette soldi sui contratti

gennaio 31, 2016 at 1:14 admin

Dettori, Faverin, Torluccio e Turco smentiscono la Madia e si dicono pronti a firmare la riduzione dei comparti, ma è il Governo che cerca di tergiversare e non mette soldi sui rinnovi dei contratti. Il sindacato ha da tempo un piano per la produttività e l'innovazione nelle PA, obiettivi che si raggiungono col rinnovo dei contratti di lavoro. Il 3 febbraio annunciano, sono pronti alla non stop all'Aran...(fonte)

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Sindacati unitari, altro che mancia, vogliamo 150 euro di aumenti salariali o sarà sciopero generale

ottobre 31, 2015 at 3:11 admin

Dopo 6 anni di paralisi totale, vogliamo un rinnovo dignitoso dei contratti pubblici che per noi significa un minimo di 150 euro d'incrementi salariali in media con produttività e riconoscimento professionale, altro che mancia ci vuole per rimettere in moto servizi alle famiglie ed alle imprese. E se il Governo non intendesse il messaggio, allora siamo pronti allo sciopero generale avvertono Cgil, Cisl e Uil. Per sei lunghi anni si è continuato a sottrarre risorse ai lavoratori ed agli investimenti spacciando la pratica come razionalizzazione della spesa. Non si tratta solo di garantire ai lavoratori pubblici retribuzioni adeguate, ma di tenere insieme la valorizzazione delle professionalità e il diritto dei cittadini a un’amministrazione pubblica sostenibile negli assetti, trasparente nell'uso delle risorse ed efficace nel dare risposte alle comunità...(fonte)

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Prima mi votate la Riforma poi vi rinnovo i contratti, dopo i docenti Renzi frega gli impiegati

giugno 26, 2015 at 1:23 admin

Renzi fotte gli StataliEntro l'estate l'approvazione definitiva anche della Riforma Madia per la Pubblica Amministrazione e solo successivamente, saranno determinate le poste di bilancio nella Legge di Stabilità per rinnovare i contratti del pubblico impiego come sancito dalla Corte Costituzionale. Do ut des, lo schema così come ha funzionato per la scuola, sarà replicato per l'intero settore pubblico. Renzi non si è lasciato intimorire dalle ultime Pronunce della Consulta, e nemmeno si è mostrato cedevole alle pressioni dei sindacati che pretendono l'immediata convocazione al tavolo negoziale per rinnovare i contratti pubblici. Approvare la riforma in cantiere significa essenzialmente nei prossimi contratti, che gli incrementi retributivi saranno associati alla produttiva ed in misura crescente alla valutazione della performance piuttosto che alle voci fisse della busta paga uguali per tutti. Inoltre, proverà a recuperare il terreno elettorale perduto sulla questione immigrati, con l'introduzione di misure che metteranno il lavoro pubblico sullo stesso piano disciplinare del lavoro privato: il licenziamento dei fannulloni rende molto in termini di consenso elettorale. Brunetta docet...

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