Natale, l'ultimo regalino dell'Europa: centomila prof a spasso con le cattedre che restano vacanti

novembre 27, 2016 at 12:24 admin

La buona scuola è fatta male, è un dato accertato. Siamo giunti a Natale e la domanda non può coprire l'offerta di cattedre vuote. Abbiamo 100.000 professori a spasso e tante, tantissime scuole non possono assumere i professori di ruolo perché il concorsone va per le lunghe e non possono rinnovare i contratti ai precari abilitati perché hanno superato i trentasei mesi di servizio; sono costrette allora a rivolgersi alle supplenze brevi assumendo personale disponibile, ma non qualificato. La fretta ha sicuramente giocato un ruolo in questa ennesima grana che piomba sul mondo della scuola, ma la fretta è stata indotta ancora una volta dall'Europa che con le sue astratte sentenze di principio che non tengono in alcun conto le realtà sociali in molti casi drammatiche dei suoi paesi membri, hanno fatto inceppare un meccanismo collaudato che riusciva a far fronte alle esigenze annuali con il precariato esperto formatosi sul campo. E' solo l'ultimo dei regalini non graditi che l'Europa quest'anno ha insistito di portare riservandone di speciali in particolare ai tanti bimbi disabili rimasti senza aiuti...[fonte]

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Genitori che aggrediscono i professori, si è rotta l'antica alleanza educativa

maggio 21, 2016 at 1:48 admin

Professori in trincea, lasciati soli alla mercé di mille violenze private. Il declino della cultura europea che viviamo in questo particolare frangente storico-sociale, inevitabilmente passa per la scuola e la famiglia sottolinea Mario Sechi, giornalista ed opinionista di MIX24 con Giovanni Minoli e Pitrangelo Buttafuoco. I genitori non comprendono che noi professori non possiamo sostituirci al loro fondamentale ruolo dice la Amanda Ferrario, dirigente scolastica. I ragazzi devono venire a scuola con un bagaglio educativo ben strutturato dalle famiglie, il compito della scuola è formarli, non di sostituirci in un ruolo che non ci compete. L'educazione di base si insegna tra le pareti domestiche. La scuola è un luogo sacro dove le alleanze educative non possono essere solo parole. L'antica alleanza tra genitori e professori che una volta era automatica si è rotta perché il ruolo sociale del professore non viene più riconosciuto. Sono cambiati i genitori innanzitutto e la società nel suo insieme. La scuola non può e non deve diventare bersaglio di ogni rivendicazione sociale conclude la d.ssa Ferrario. La sacralità della scuola è svanita, si è rotto il filo coi genitori che non accettano più l'asino in famiglia riprende Mario Sechi, che però esiste ed è un problema che si supera con l'applicazione allo studio, con il duro lavoro. Oggi si pensa all'insegnante come ad un parcheggiatore che sempre più spesso è fatto oggetto di disprezzo dagli stessi alunni osserva Pietrangelo Buttafuoco, scrittore. I ragazzi inevitabilmente riflettono gli atteggiamenti che percepiscono a casa. Questo accade anche perché il sapere non è più considerato un bene supremo. Di fronte al maestro non ci si pone più col rispetto dovuto a qualcuno che in una certa misura prepara al futuro e lo scontro genitori/insegnanti finisce in Tribunale. Per il prof. Alessandro Davenia, autore, prima le famiglie concepivano la scuola come la palestra per il futuro, adesso pensano che debba essere il luogo per far star bene i figli e farli soffrire il meno possibile e quindi il prof. diventa come una sorta di nemico. I ragazzi non rispettano più il prof. perché c'è una grande crisi dell'autorità in famiglia onda lunga di una progressiva lacerazione del concetto di autorità. In famiglia siccome si fa fatica a comprendere a che cosa bisogna educare, la scuola si sta riempendo di tutta una serie di aspettative che non sono proprie della scuola. Prima si pensava alla scuola come ad un completamento di ciò che si faceva in famiglia oggi, nel momento in cui non si riesce ad educare in famiglia, sulla scuola si proiettano una serie di aspettative che non sono proprie della scuola. La conseguenza è che si sta più con i figli che dalla parte dei professori. Se il figlio ha un insuccesso, il prof. diventa un nemico. Le famiglie essendo sotto pressione, prendono la scuola come bersaglio privilegiato. L'orientamento delle famiglie è cambiato perché non essendo più famiglie numerose, hanno un solo figlio sul quale investono tutto è l'analisi del Prof. Massimo Ammaniti, un'autorità nel campo della psicologia dell'età evolutiva. Il figlio unico è come il capitale di famiglia, temono che la scuola non lo valorizzi. La "famiglia adolescente"si sostisuisce alla famiglia dell'adolescente. Genitori e figli sono sullo stesso piano e non hanno più quel ruolo di guida che segnava dei confini. Padri e madri non danno più la direzione, non indicano più quello che si può o non si può fare, ma condividono gli stessi atteggiamenti. Oggi i genitori sono portati a pensare che se il loro figlio va male non è per causa della mancata applicazione allo studio, ma è per colpa del professore e si crea una alleanza deleteria contro la scuola. Di qui il problema degli insegnanti che non devono fronteggiare solo i ragazzi, ma soprattutto devono difendersi dai genitori con il rischio di essere portati in Tribunale accusati di inadeguatezza. Prof. Ammaniti chiede Minoli, per salvare le vere vittime di questa battaglia, che cosa si deve fare? Credo che i genitori debbano mantenere per quanto possibile il loro ruolo di genitori: dire sì e saper anche dire no; mantenere un ruolo di guida e saper affrontare il contrasto coi figli. I genitori purtroppo preferiscono la strada più facile. Questo è il primo passo. Il secondo è che occorre trovare una continuità tra insegnanti e genitori sapere, come diceva Freud, che il compito degli insegnanti è un compito "impossibile". Basterebbe che ognuno facesse il proprio ruolo e le famiglie imparassero a stare zitte ed affidarsi ai prof un pò come quando si va dal medico conclude Pietrangelo Buttafuoco. Noi de illavoratore.eu preferiamo prendere in prestito le parole di Mario Sechi per chiudere questo dibattito sull'educazione nel mondo moderno dai mille inesistenti problemi: quando il figlio non va bene a scuola, pedate nel di dietro, siamo semplicemente di fronte ad un somaro che non vuole studiare! [FONTE]

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Una brutta scuola quella approvata, a poco è servita la massiccia mobilitazione

maggio 21, 2015 at 12:16 admin

logocgilE' una brutta scuola quella approvata alla Camera per la Cgil, Renzi ha rotto con tutti: famiglie, alunni, docenti e finanche dirigenti. Nell'incontro di lunedì prossimo il ministro Giannini dovrà chiarire quale reale volontà ha il Governo di cambiare diversamente la mobilitazione non si fermerà. Assunzioni di tutti i precari, eliminazione del limite dei 36 mesi al lavoro per i supplenti, riscrittura dei poteri dei dirigenti...(fonte)

logocislAnche per la Cisl senza modifiche sostanziali al Senato, la mobilitazione continuerà con modalità che saranno definite unitariamente. A nulla è valsa la massiccia adesione di piazza, al ddl sono state apportate solamente modifiche marginali dichiara il segretario Scrima...(fonte)

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Finalmente una giusta della Giannini: i genitori la smettano di contestare i prof.

aprile 4, 2015 at 2:14 admin

C'era una volta la cattiva scuola, una scuola dove al maestro era riconosciuto il ruolo di pedagogo, figura che assumeva una funzione riconoscibile anche nei rapporti sociali con la famiglia dell'allievo che idealmente lo eleggeva a suo responsabile nel percorso di crescita formativa dei figli. Oggi invece c'è la buona scuola, la scuola democratica dell'autonomia dove al professore non si vuole più riconoscere l'esercizio fondamentale del ruolo di esperto nel processo di crescita culturale e maturazione civile dei giovani, per cui molto spesso i problemi e le lacune degli alunni sono imputate non già alle comprensibili carenze di attenzione ed impegno dei ragazzi in ragione della fase critica dei mutamenti che ciascuno a suo modo attraversa nel trapasso infanzia-adolescenza-giovinezza, ma all'incapacità quando non addirittura all'accusa di ignoranza del professore medesimo. Quasi come se un docente arrivasse in classe scelto per caso tra gli stessi alunni piuttosto che selezionato da innumerevoli prove di esami e valutazioni al fine di raggiungere l'obiettivo professionale prescelto per vocazione. Quindi oggi nella buona scuola siamo arrivati al paradosso che se il figlio non apprende non è perché non studia, ma perché il professore non sa insegnare. Logico corollario di un simile approccio culturale, è il disconoscimento del ruolo di educatore proprio del docente da parte della famiglia e dell'allievo che non l'assume a riferimento, ma vi si rapporta da pari a pari. Per la prima volta, diamo merito alla Giannini, un Ministro dell'Istruzione si è fatto carico di censurare pubblicamente nel Forum organizzato da Repubblica.it questo preoccupante fenomeno i cui aspetti degenerativi rischiano di avere ripercussioni negative irrimediabili sul complesso sviluppo evolutivo dei fanciulli.

Per il resto che cos'altro ha detto la Giannini: la buona scuola sarà Legge a metà maggio, che i poteri decisionali dei Presidi si sono sicuramente rafforzati, ma non saranno esercitati a vita perché dopo un congruo numero di anni ritorneranno all'insegnamento, che l'Università e la Ricerca usciranno dalla Funzione Pubblica per aver un regime contrattuale proprio che valorizzi la specificità e le necessità del settore (FONTE). 

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