dicembre 10, 2017 at 5:14
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admin
La fretta si sa, è cattiva consigliera. Così è accaduto che, per chiudere entro l'anno il contratto delle funzioni centrali che farà da modello tipo agli altri comparti in modo da pagare arretrati ed aumenti prima dell'apertura delle urne elettorali, nelle previsioni della Legge di Stabilità, il Governo ha sbagliato la base di calcolo per determinare la cifra degli aumenti agli stipendi. E' stata infatti presa in esame l'intera platea dei dipendenti pubblici e gli 85 euro si sono tradotti in termini proporzionali nel 3,48% di incrementi stipendiali. Dal momento però che gli stipendi non sono perfettamente allineati nei quattro comparti cui è suddiviso il pubblico impiego, applicando al settore scuola ad esempio, il 3,48% gli incrementi medi non supererebbero i 70 euro lordi mensili, come si era già segnalato anche su queste pagine. Per consentire quindi all'intera platea del pubblico impiego di raggiungere 85 euro di aumenti in media, bisogna trovare ulteriori risorse pari a circa 100 milioni che andrebbero a sommarsi ai 200 milioni necessari per non azzerare il credito di imposta degli 80 euro di Renzi, con l'innalzamento della soglia massima di reddito a 27.000 euro annuali. Allo studio ci sarebbe anche un aumento forfettario per risolvere il problema di non azzerare il bonus del credito d'imposta. 85 euro che si ridurrebbero progressivamente per chi superasse la soglia dei 27.000 euro complessivi di reddito con gli incrementi contrattuali. Soluzione però che il sindacato è orientato a respingere...[fonte]
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novembre 20, 2016 at 11:41
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admin
In una nota unitaria, le Organizzazioni Sindacali hanno posto le loro condizioni al Governo per firmare i rinnovi dei contratti di lavoro del settore pubblico: aumenti in linea con le risorse ottenute dai lavoratori del settore privato e revisione della Riforma Brunetta in particolare il superamento della prevalenza normativa sui contratti per tutto quanto concerne la regolamentazione del rapporto di lavoro e la cancellazione delle fasce di merito nell'assegnazione dei premi. E siamo di nuovo punto e capo...[fonte]
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maggio 7, 2016 at 11:48
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admin
Alberto Brambilla è uno dei massimi esperti nel campo della previdenza e partendo dai numeri reali fa un ragionamento molto semplice: oggi ogni pensionato ha 1,33 lavoratori a pagargli la pensione. Non bastano, con questi numeri il sistema non si tiene. Ad averci risorse da investire, queste vanno puntate sul lavoro piuttosto che spese per incentivare l'uscita anticipata. Più che agli anziani, bisogna pensare ai giovani. Altro problema da affrontare è quello del debito pubblico che pur con i tassi al minimo ci costa 75 miliardi l'anno. Abbatterlo significherebbe avere 30 miliardi da puntare su nuova occupazione per i giovani e le donne...(fonte)
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aprile 15, 2016 at 12:04
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Dal Documento di Economia e Finanzia, si comprende che i compiti assegnati dalla Ue, il Governo li ha fatti a casa dei lavoratori del pubblico impiego: quello che emerge dal Def sono solamente tagli per il passato, il presente ed il futuro. La tanto sbandierata flessibilità concessa dalla Commissione per aver rimesso a posto i conti, s'intuisce che è stata pagata dalle famiglie dei lavoratori col blocco dei rinnovi e coi tagli agli stipendi. Negata finanche la detassazione del salario accessorio che sarebbe stata un incentivo all'incremento della produttività. Il Governo non può accampare più alibi, dopo l'accordo sulla riduzione dei comparti bisogna che cambi verso, la mobilitazione raggiungerà tutti i territori...(fonte)
gennaio 31, 2016 at 1:14
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admin
Dettori, Faverin, Torluccio e Turco smentiscono la Madia e si dicono pronti a firmare la riduzione dei comparti, ma è il Governo che cerca di tergiversare e non mette soldi sui rinnovi dei contratti. Il sindacato ha da tempo un piano per la produttività e l'innovazione nelle PA, obiettivi che si raggiungono col rinnovo dei contratti di lavoro. Il 3 febbraio annunciano, sono pronti alla non stop all'Aran...(fonte)
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dicembre 21, 2015 at 12:16
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admin
A firmare i rinnovi dei contratti siamo pronti anche a Natale rispondono con una nota unitaria i sindacati all'intervista di Madia per Repubblica TV che potete leggere di seguito. Le giustificazioni del ministro Madia sull'esiguità dello stanziamento di 300 milioni di euro nella Legge di Stabilità, sono imbarazzanti visto che il Governo con la stessa Legge distribuisce mance per catturare consenso elettorale. Più che venti Decreti, prosegue la nota, servono investimenti sulle risorse umane, i saperi e le professionalità al fine di rinnovare la PA, di norme infatti ne abbiamo già a iosa. Per cambiare il rapporto Stato-cittadini e far crescere il paese, occorre un piano straordinario di lavoro pubblico, ci sono troppi dirigenti e pochi giovani, troppe risorse sprecate e poche da investire nella valorizzazione dei lavoratori...(fonte)
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ottobre 31, 2015 at 3:11
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admin
Dopo 6 anni di paralisi totale, vogliamo un rinnovo dignitoso dei contratti pubblici che per noi significa un minimo di 150 euro d'incrementi salariali in media con produttività e riconoscimento professionale, altro che mancia ci vuole per rimettere in moto servizi alle famiglie ed alle imprese. E se il Governo non intendesse il messaggio, allora siamo pronti allo sciopero generale avvertono Cgil, Cisl e Uil. Per sei lunghi anni si è continuato a sottrarre risorse ai lavoratori ed agli investimenti spacciando la pratica come razionalizzazione della spesa. Non si tratta solo di garantire ai lavoratori pubblici retribuzioni adeguate, ma di tenere insieme la valorizzazione delle professionalità e il diritto dei cittadini a un’amministrazione pubblica sostenibile negli assetti, trasparente nell'uso delle risorse ed efficace nel dare risposte alle comunità...(fonte)
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ottobre 31, 2015 at 2:47
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admin
Attesa, non è tardata ad arrivare la risposta delle organizzazioni sindacali del pubblico impiego. Cgil, Cisl Uil si ritrovano nell'opposizione alle misure della Legge di Stabilità 2016 avvertendo il Governo che se non apporterà modifiche sostanziali agli stanziamenti per i rinnovi dei contratti di lavoro pubblico in misura tale da permettere incrementi salariali adeguati, sarà sciopero in tutti i settori del pubblico impiego compreso il comparto scuola. Quelle del Governo sono scelte unilaterali che vanno in direzione contraria agli obiettivi che si prefiggono di raggiungere. Non riconoscere i diritti dei lavoratori e non finanziare le amministrazioni pubbliche e l’innovazione, la ricerca e la formazione infatti, se si aggiungono le riforme della scuola e la pubblica amministrazione e si prosegue nella scelta di assegnare potere ai dirigenti nominati dalla politica; se si sottraggono competenze alla contrattazione sia nazionale che di secondo livello, dando potere unilaterale alle amministrazioni anche sulle modalità di distribuzione delle risorse contrattuali, sicuramente non si favorisce la crescita e non si qualifica la competitività del Paese...(fonte)
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settembre 13, 2015 at 7:37
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Chiama a raccolta le altre forze sindacali per intraprendere iniziative forti a contrastare il tentativo del Governo di barattare la lotta alla povertà con gli incrementi salariali che verranno dai rinnovi dei contratti pubblici. Si assiste ad un vergognoso balletto di ridicole cifre che si vorrebbero stanziare in alternativa alla lotta del disagio sociale che non accettiamo da un Governo che nulla sottrae alla casta ed agli sprechi dei carrozzoni della politica dichiara Torluccio. Si può anche essere d'accordo, ma riguardo alle caste sarebbe un bene per il futuro dell'intero movimento sindacale dare una sforbiciatina a stipendi e pensioni dei dirigenti sindacali così, tanto per poter vantare un esempio di giustizia sociale. Dove sono i bilanci delle OOSS e delle loro agenzie affiliate? Dove sono i redditi e i patrimoni dei loro dirigenti? La retorica operaista non funziona più come un tempo, un pò si coerenza tra il dire ed il fare la pretendono anche i lavoratori dello Stato dalle loro rappresentanze. Non vorremmo che il segretario UilFpl si fosse dato la zappa sui piedi...(fonte)
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giugno 30, 2015 at 12:18
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admin
Non abbiamo sbloccato i contratti pubblici nel 2015 perché abbiamo dato priorità a chi ha perso il lavoro ed in ogni caso è bene ricordare che un dipendente pubblico su quattro ha ricevuto gli 80 euro quindi, ci siamo mossi perfettamente in regola con la Pronuncia della Corte Costituzionale del 2013 che dichiarava legittimo il blocco degli stipendi purché temporaneo ed accompagnato dalla redistribuzione delle risorse risparmiate, così il ministro della PA Marianna Madia punta nel vivo della Sentenza della Consulta che ha determinato la fine del blocco ai rinnovi contrattuali del pubblico impiego. Senza quest'ultima Pronuncia, per quanto si sforzi di smentire il ministro, non ci sarebbero stati incrementi di salario per gli Statali, infatti il ministro NON è in grado di dare nemmeno una stima di massima delle risorse che saranno stanziate nella Legge di stabilità, segnale inequivocabile che il problema era stato del tutto rimosso dall'agenda del Governo e che la Consulta ha reso per fortuna di attualità. Solamente che a settembre sapremo una cifra ci dice il ministro, e l' ARAN potrà convocare le parti per avviare il negoziato non prima della ridefinizione dei comparti che dovranno per Legge essere ridotti a quattro.
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