EELL, dal patto di stabilità all'equilibrio di bilancio, la mobilità grava sui limiti assunzionali

settembre 18, 2016 at 6:46 admin

La Legge n. 160/2016 ha sbloccato la mobilità dei dipendenti degli Enti Locali nelle Regioni in cui almeno il 90% del personale soprannumerario delle Provincie è stato ricollocato. Il passaggio però dal Patto di Stabilità al criterio del bilancio in equilibrio ha determinato anche la rivisitazione della teoria secondo la quale le procedure di mobilità erano da considerarsi neutre ai fini dell'incidenza sul limite di spesa assunzionale pari al 25% dei cessati. Una serie di norme concomitanti e non coordinate, inducono hanno indotto la Corte dei Conti a rivedere i propri indirizzi interpretativi e considerare il passaggio di un dipendente tra enti dello stesso comparto come una modalità di reclutamento diversa che non è a somma zero perché la stipula del contratto di lavoro nel nuovo Ente di destinazione, incide comunque sul bilancio di quest'ultimo...[fonte]

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Comuni, sempre meno dipendenti, ma sempre più donne

aprile 25, 2016 at 12:53 admin

 Secondo il rapporto dell'Istituto per la Finanza e l'Economia Locale, nei Comuni italiani dal 2007 al 2014 per effetto del blocco del turn over il personale calato di ben 62.000 unità. Quando la misura sarà giunta al termine conclusivo, sarà raggiunto l'obiettivo fissato di riduzione del numero complessivo programmato di dipendenti negli EELL per un totale di 80.000 unità. Il risvolto negativo di questa "revisione della spesa" è presto noto: solamente 11% dei dipendenti comunali ha un'età inferiore ai 40 anni. Con tutto quanto consegue da questo dato numerico in termini però di efficienza ed ammodernamento della macchina amministrativa dello Stato. In compenso, si registra sempre una maggiore presenza femminile nelle Amministrazioni Locali pari al 53% di donne sul totale dei dipendenti confermando la tendenza generale che vede l'impiego pubblico come scelta preferita dalle lavoratrici evidentemente meglio garantite nei diritti e nella conciliazioni dei tempi ed in ultimo anche nella tipologia di offerta lavorativa, di quanto non avviene nel settore privato. Lavorare per babbo Stato è ancora meglio che lavorare per il padrone...(fonte)

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Def 2016, niente soldi per i rinnovi dei contratti e tagli di spesa previsti alla sola voce stipendi

aprile 15, 2016 at 12:04 admin

Sono undici i miliardi di spesa tagliati dal 2010 e riguardano la sola voce stipendi dei lavoratori. Gli obiettivi di finanza pubblica sono stati raggiunti esclusivamente con il contenimento della spesa per il personale con il blocco del turn over, il blocco delle progressioni di carriera, dei rinnovi contrattuali e coi tagli alla contrattazione decentrata. Nel complesso si è registrato un calo di 110mila unità lavorative. La spesa per acquisti di beni e servizi invece, pur sbandierata come asse portante del piano di risparmi, nello stesso periodo preso a riferimento, è rimasta sostanzialmente invariata. A reggere quindi l'impatto del riequilibrio di bilancio condotto in vista del pareggio, hanno contribuito i soli dipendenti del pubblico impiego, le altre voci di spesa sostanzialmente non sono state ridotte. Nel Def si annota che nel solo 2015, grazie alla riallocazione degli esuberi delle province, il Tesoro ha realizzato risparmi inattesi rispetto alle previsioni per 3,1 miliardi. Nel 2016, le assunzioni nella scuola faranno risalire di due miliardi le uscite, ma già nel 2017 coi vincoli al turn-over già previsti per legge, la tendenza dovrebbe ritornare al ribasso. Quanto agli stanziamenti aggiuntivi per i rinnovi, bisognerà secondo il Documento di Economia e Finanza, attendere la successiva tornata contrattuale del 2019-2021 che apposterà 600 milioni destinati agli incrementi stipendiali degli Statali tutti. (Def-2016; Def-2016 all.; breve analisi)

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La UE ha un cookie per Garante

giugno 2, 2015 at 1:56 admin

vignetta cookieGli animatori di questo blog non sono dei professionisti come appalesa d’altronde il tenore degli interventi proposti. L’attività pubblicistica di questo blog muove esclusivamente dal desiderio di impiegare in modo intelligente il tempo libero soddisfacendo la naturale inclinazione per l’informazione retaggio di passati entusiasmi giovanili quando non si avevano a disposizione le moderne ICT e il desiderio di partecipazione al dibattito pubblico era costretto e circoscritto a consessi che mediavano fino a spegnere le voci che oggi chiameremmo “non conformi”. In tre anni il ricavato di queste pagine è stato assolutamente risibile, bastano infatti sette dita per poter contare le poche decine di euro regolarmente dichiarate. Si pensi che i soli costi annuali di registrazione del dominio e dei servizi hosting si aggirano sui cinquanta euro. Ebbene, dopo aver definito in 2,5 cm il diametro delle vongole (e non stiamo scherzando), la Commissione UE non ha trovato nient’altro di meglio da regolamentare scegliendo a caso evidentemente, di accanirsi  sumilioni di blogger con assurde prescrizioni che il Garante italiano si è affrettato a recepire frustrando l’attività dei tanti che pubblicano commenti ed opinioni, diritti garantiti dalla Costituzione italiana vigente all’art. 21 se qualcuno non lo rammentasse. Pur di segnalare a tutto il web i cookies come meritano soltanto i peggiori delinquenti che la storia criminale abbia mai conosciuto e non avendo possibilità economiche alcune per rivolgerci ad una agenzia tecnica specializzata,  sabato e domenica ci siamo visti costretti a rinunciare alla amata lettura dei giornali per tuffarci nello studio approfondito dei cookie, vermi criminali a cui basta un clic per mostrarvi video, immagini, interazioni sociali, innocua pubblicità ecc. ecc. Abbiamo speso due giorni per capirci qualcosa e provare a metterci in regola (?), ci siamo sfondate le meningi per riuscire tra cavilli, commi, sanzioni, e soprattutto soluzioni tecniche da costruire artigianalmente noi, anziani ottuagenari che abbiamo impiegato anni prima di passare dal fax alla posta elettronica con un certo successo. Pensate, con milioni di disoccupati, pensionati alla fame, Stati che sono falliti, immigrati che non si sa più dove stipare, a Bruxelles si sono arrovellarti per difendervi dall’imminente pericolo dei cookie diramando dispacci e direttive dettagliatissime. Se questa è una Unione, per una volta permetteteci di scrivere che è una Unione di coglioni! A dare per scontata la buona fede. Perché qualcuno qui, nel nostrosgabuzzo, avanza anche l’ipotesi che questa assurda operazione su larga scala non sia diretta a colpire tanto i grandi gruppi editoriali che hanno tutte le possibilità di assoldare tecnici e sviluppatori quanto a zittire quella enorme massa che utilizzando la rete pian pianino, sta formando le nuove coscienze e cominciando a far sentire le loro voci ed a reclamare cambiamenti sinceri nella società, nella politica, nell’ economia e soprattutto nella finanza…

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