Dopo le pensioni, il prossimo 23 giugno la Consulta potrebbe sbloccare stipendi e contratti

maggio 9, 2015 at 3:21 admin

Il 23 giugno prossimo, si riunisce la Corte Costituzione con all'ordine del giorno il rinvio alla pronuncia domandato dal Tribunale di Roma su ricorso delle OOSS per i mancati rinnovi contrattuali del pubblico impiego e lo sblocco degli stipendi individuali fermi da troppo tempo. In materia la Corte Costituzione si è già espressa nel 2013 con la Sentenza 310 giudicando legittimi sia il congelamento delle dinamiche salariali, sia il blocco della contrattazione collettiva giustificati dalla crisi che ha investito le finanze pubbliche. Lasciano però ben sperare la particolare congiuntura favorevole della giurisprudenza Costituzionale che ha visto di recente la restituzione ai pensionati dei tagli all'indicizzazione del costo della vita, come formulato dal Governo Monti nel 2011, ed il carattere strutturale che vanno assumendo col trascorrere del tempo i blocchi ai rinnovi dei contratti di lavoro e degli stipendi che dovevano avere necessariamente un carattere temporaneo come invece sentenziava la Corte. Restrizioni che hanno determinato una perdita di valore delle retribuzioni nel pubblico impiego calcolata intorno ai 12 miliardi di euro che la Consulta potrebbe decidere di sanare analogamente a quanto già sentenziato per i pensionati perché le misure di austerità diventate oramai sistematiche nel tempo, finiscono per assumere un carattere punitivo che va a colpire direttamente il tenore di vita dei lavoratori in violazione del principio Costituzionale all'equa retribuzione salariale che deve bastare al sostegno ed al decoro della famiglia. Sarebbe ora che con l'aiuto della Corte Costituzionale, si affondasse il coltello nel grasso rancido della spesa parassitaria non escludendo la chiusura definitiva delle tante, troppe società partecipate dispensatrici di stipendi al mercato elettorale del voto di scambio e si restituisse il maltolto a quanti in silenzio garantiscono l'erogazione di servizi essenziali ai cittadini. E' venuto il tempo di parlarci con franchezza e senza infingimenti! (fonte)

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Sotto elezioni Governo ottimista: rinnovi dei contratti, speriamo nel 2016

aprile 18, 2015 at 11:58 admin

Non ci sono dieci miliardi per dare altri 80 euro, ma le elezioni regionali sono alle porte ed il tesoretto da spartire è misero: appena 1,6 miliardi. Ecco che allora Gutgeld, già consigliere economico di palazzo Chigi ed oggi anche nuovo commissario alla revisione della spesa dopo il DEF che pure parla chiaro, non può darci altro che una speranza di rinnovo dei contratti pubblici nel prossimo 2016. Non costa niente e comunque è un incentivo per mandarci a votare. Sul versante invece della revisione della spesa pubblica, conferma di lavorare su quanto preparato da Cottarelli anche se l'obiettivo del Governo è quello di puntare a cambiamenti strutturali della spesa in parte contenuti nella Riforma della PA approvata l'anno passato. I dettagli precisa Gutgeld, saranno contenuti nella Legge di Stabilità. Una buona idea gli sembra inoltre la proposta di mandare i lavoratori in pensione anticipata con un assegno rimodulato, ma poi ripassa la palla alla UE che difficilmente sottolinea, ci consentirà di sforare il deficit a breve. Il Governo svela Gutgeld, ha inoltre in animo di riorganizzare l'intera rete degli sportelli ai cittadini con l'obiettivo non solamente di risparmiare, bensì di offrire migliori servizi. A tal riguardo anticipa, già a giugno l'Agenzia del Demanio procederà alla riorganizzazioni degli edifici pubblici riducendo gli spazi da 40 a 25 mq per dipendente e creando un unico ufficio presso il quale i cittadini potranno interloquire con tutti gli uffici statali. Ci vorranno 2/3 anni per completare il quadro si affretta a precisare, nel frattempo un'altra promessa per farci sognare il Governo la troverà...(fonte)

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DEF conferma blocco contratti fino al 2018, Cgil promette una mobilitazione che farà storia

aprile 12, 2015 at 1:23 admin

Non è il documento di economia e finanza, quello che un tempo si chiamava documento di programmazione economica, a decidere sull'opportunità di rinnovo dei contratti pubblici, ma le proiezioni tendenziali sull'andamento dei redditi da lavoro dipendente presso le pubbliche amministrazioni in esso contenute, lasciano pochi spazi interpretativi: i contratti degli statali resteranno bloccati fino al 2018. Deduzioni che trovano riscontro nell'ipotesi di spesa formulata nel DEF ed imputata al capitolo delle Indennità di Vacanza Contrattuale per il triennio 2019-2021. Nel 2018 dovrebbe essere superato anche il blocco del turn-over. Comincia quindi ad essere più chiaro dove saranno reperiti i 10 miliardi di tagli che servono al Governo per scongiurare l'applicazione delle clausole di salvaguardia che farebbero lievitare alle stelle l' IVA e le accise sui carburanti. L'anno scorso, la spesa per il personale statale ha fatto registrare uscite per 164 miliardi, nel 2008 era di 175 Mld. Seguendo l'analisi tendenziale a fine 2018 il risparmio dovrebbe attestarsi intorno ai 13 miliardi di euro. Tra i sindacati, la prima a reagire è stata la CGIL che per bocca del segretario Funzione Pubblica Rossana Dettori si dice pronta alla mobilitazione in forme e modi che promettono di restare nella storia del movimento di lotta dei lavoratori (Fonte)

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