cessa il divieto di lavorare nella PA dopo 36 mesi di servizio, precari in trepidante attesa del nuovo Governo

marzo 17, 2018 at 6:31 admin

E' stata una promessa elettorale della Lega quella di cancellare definitivamente con una Legge gli effetti della pronuncia dei parrucconi di Bruxelles che hanno posto veto di interdizione all'accesso dei precari alla Pubblica Amministrazione italiana. Dopo trentasei mesi di onorato servizio, quale che sia la bravura e le copentenze testate sul campo, si esce dalla PA col rischio concreto di rientrarvi se non dopo aver superato i fantomatici concorsi a premi indetti per quiz di incompetenza fantastica. Poco o nulla mostrano di sapere delle condizioni sociali ed economiche dei territori italiani i dirigisti di Bruxelles e poco o nulla interessa loro della sorte di duecentomila precari della PA che, molto spesso da decenni, danno da vivere alle loro famiglie guadagnando uno stipendio negli uffici della Repubblica sopperendo a disservizi ed assenze con lealtà, abnegazione e senso del dovere nello spirito proprio della Costituzione che si vorrebbe applicata. Ebbene, la Lega di Salvini ha preso un preciso impegno prima delle ultime elezioni: cancellare questo divieto di lavorare. I precari tutti restano in trepidante attesa del nuovo Governo uscito dalle urne...[fonte]

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Statali, firmato il contratto, a febbraio arretrati in busta, gli aumenti invece arriveranno a marzo

dicembre 23, 2017 at 4:15 admin

Statali, le funzioni centrali hanno firmato il primo dei rinnovi contrattuali. Gli arretrati, circa 545 euro, arriveranno in busta con lo stipendio di febbraio, gli aumenti da 85 euro lordi in media, andranno arriveranno a regime nel mese di marzo. I sindacati ritiene il nuovo contratto firmato all'alba del 23 dicembre e valido per il triennio 2016-2018, già superato. Pensano infatti al prossimo rinnovo in tempi stretti in maniera tale da favorire l'incidenza dei suoi effetti sugli incrementi salariali. Per questa ragione i sindacati hanno tanto insistito ed infine ottenuto che gli aumenti da 85 euro medi mensili andassero a consolidare il trattamento fondamentale. Ingenuamente però, i sindacati fanno i conti senza l'oste. Quale che sia la maggioranza di Governo che uscirà dalle urne, la trojka metterà l'Italia sotto tutela dopo averci fatto votare. Verosimilmente quindi, andrà di lusso riuscire a mantenere quanto ottenuto senza ulteriori tagli al pubblico impiego. Grecia docet. Passeranno molti anni prima di vedere la stipula di un nuovo e migliorativo contratto del pubblico impiego. A meno che Roma non impari la lezione dai paesi dell'est e mandi un segnale forte e deciso all'asse Berlino-Bruxelles: NO grazie, sappiamo fare da soli, abbiamo già fatto pratica con la gestione dei migranti, sarà una passeggiata per noi risolvere i problemi economici! Cgil e Uil-PA concordano sul punto che il rinnovo appena ottenuto del contratto, ha superato i vincoli della riforma Brunetta restituendo alla negoziazione le materie sottratte dalla Legge (D.Lgs.150/09), e cancellato le odiate fasce di merito, quelle disapplicate in barba alla norma perché obbligavano i datori di lavoro a mettere nero su bianco la valutazione individuale della prestazione di ciascuno per ricevere il dovuto corrispettivo premiale. Meglio essere liberi di fare come si conviene ed uguali tra lavoratori e parassiti. La Cisl invece sottolinea che il nuovo contratto firmato in questo scorcio di legislatura, pone le basi per una riforma dell'ordinamento professionale da realizzarsi col prossimo rinnovo, per valorizzare le professionalità nel frattempo acquisite dai lavoratori durante il protrarsi della lunga crisi economica [fonte.1][fonte.2][fonte.3][fonte.4]; [fonte.5]

 

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Dosi, l'economista che sussurra a Grillo di cancellare gli 80 euro per finanziare il reddito di cittadinanza

giugno 4, 2017 at 9:42 admin

I grillini si preparano a Governare il paese e si sono messi alla ricerca di personale competente cui affidare i dicasteri strategici per non farsi trovare impreparati come è accaduto nelle recenti esperienze municipali ed ecco che tra i nomi più ascoltati da Grillo in tema di economia spunta quello del prof. Giovanni Dosi, docente della scuola superiore Sant'Anna di Pisa. Le scelte di una parte politica accreditata delle migliori fortune alle prossime consultazioni non sono propriamente indifferenti per il pubblico impiego. L'economista Dosi infatti, è l'uomo che suggerisce allo schieramento che i maggiori istituti di ricerca demoscopica concordano nel dare vincente, le misure economiche più urgenti da adottare per far fronte alla dilagante povertà e tra queste ultime, quella del reddito di cittadinanza universale che dovrebbe colpire direttamente la busta paga del pubblico impiego. Dieci dei venti miliardi di euro a copertura del reddito di cittadinanza vanno recuperati cancellando le agevolazioni fiscali in vigore di cui il credito d'imposta degli ottanta euro sarebbe secondo il prof. Dosi, tra le meno efficaci. Quel milione e più, tra personale ausiliario ed impiegati a bassa reddito della Pubblica Amministrazione che percepiscono in busta paga l'astronomica cifra di 960 euro annuali infatti, non li avrebbero spesi e rimessi nel circolo economico, ma li avrebbero, secondo lo scienziato della economia grillina, impiegati per pagare debiti e bollette arretrate quindi, possono tranquillamente essere dirottati a finanziare l'ozio a cinque stelle [fonte

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A mezzanotte sai il Miur ti ha assunto, cattivo come adesso non lo è stato mai...

settembre 2, 2015 at 10:25 admin

Mezzanotte prima degli esami e poi un clic ed è scattata l'assunzione definitiva per sedicimila precari della scuola. Cattivo come adesso il Miur non lo è stato mai: assunzioni a tempo indeterminato e l'ardire incondizionato di dover prendere servizio dove le cattedre sono vacanti, dove i bimbi in difficoltà aspettano la loro insegnante di sostegno per essere aiutati a superare i disagi dei loro deficit d'apprendimento. Inviperite, per molte aver avuto un lavoro sicuro è stato un vero choc. Staremo a vedere quante rinunceranno e quante invece, se ne faranno una ragione di spostarsi da casa per lavorare dove servono, dove occorrono e magari attendere pazientemente il tempo necessario a maturare i requisiti per ritornare nel luogo dove ritengono che non si possa fare a meno del loro apporto affettivo. E' il lavoro bellezze e non potete farci niente. Si va, si rende una prestazione dove richiesta e si riceve in cambio un compenso in ragione della quantità e qualità del servizio reso. Elementare care. Il tempo delle mele che cascavano dall'albero del debito pubblico, è finito per sempre (fonte).

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