Concorsone, già bocciati 39.412 prof della easy school e siamo solo agli scritti...

agosto 24, 2016 at 1:07 admin

Abbiamo voluto semplificare i percorsi di formazione, abbiamo ritenuto che la scuola dovesse includere tutti e non discriminare alcuno in ragione del profitto. Bene. I primi esiti del concorsone per assumere 63.712 docenti di ogni ordine e grado dalle scuole per l'infanzia alle scuole superiori, ci stanno restituendo il prodotto finale di quella scuola che un malinteso senso democratico ha voluta privare dei necessari momenti di verifica selettiva e di prove serie di maturazione. I più avveduti, quelli che molto spesso sono additati dai soloni delle moderne pedagogie come conservatori e reazioni l'avevano anticipato: la "easy school", la scuola che rinuncia ad insegnare e punta alle competenze parcellizzate per risalire gli indici statistici internazionali di conseguimento dei titoli di studio, inevitabilmente si scontrerà con la dura realtà ed a pagare saranno quelli a cui abbiamo lasciato credere di essere delle cime per non averli adeguatamente preparati al duro lavoro del vivere. 39.412 di quelli che si credevano moderni professori dell'avanguardia egualitaria, sono stati respinti già alla prova scritta del Concorsone indetto dal Miur. Tra i rilievi delle Commissioni esaminatrici: la scarsa chiarezza espositiva; la non pertinenza dei termini; le carenze di elaborazione logica dei testi. Gli errori di ortografia, gli strafalcioni che hanno colto di sorpresa le Commissioni esaminatrici tanto da indurle ad accertare la nazionalità di molti candidati che mostrano di non possedere la lingua italiana ed invece, sono italianissimi da generazioni e stirpi. Le risposte ai quesiti denunciano una ignoranza inammissibile per soggetti che rivendicano comunque tra i requisiti di accesso, titoli accademici e specialistici in molti casi. Errori di geografia, di ortografia, ignoranza delle lingue e dei più elementari elementi di conoscenze professionali. Decenni trascorsi a battersi per una scuola di eguali che non facesse distinzione tra bravi e somari, bene. Ora l'abbiamo. Nella scuola italiana non si apprezzano più differenze, l'ignoranza non è più una esclusiva degli alunni. [fonte]

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