Capi Gabinetto e DG, cara ci costa la fedeltà alla politica negli EELL

agosto 21, 2016 at 11:03 admin

Sono 15 i mld che l'Italia spende ogni anno in stipendi ai dipendenti degli Enti Locali: Regioni, Comuni, Provincie e Città Metropolitane. Di questi quindici miliardi, 1/3 se ne va per saldare super premi a Direttori Generali, Capi di Gabinetto e Dirigenti apicali. E le differenze non si apprezzano tra Nord e Sud d'Italia, basta infatti percorrere anche soli pochi chilometri tra una città ed un'altra per procacciarsi un contratto più redditizio ed incassare decine di migliaia di euro di maggiorazioni stipendiali in ragione di un lavoro che contempla comunque il medesimo grado di responsabilità. Non di rado si registrano casi per i quali piccoli Comuni riconoscono ai propri Direttori gli stessi stipendi che percepiscono i pari grado delle grandi città. I requisiti di accesso a queste fortunate professioni molto spesso non rispondono alle competenze ed al merito quanto piuttosto alla capacità dei soggetti incaricati di mantenersi fedele al potente di turno nel corso del mandato per conto del quale promuovono e curano le carriere politiche in forza delle decisioni di loro pertinenza...[fonte]

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Camusso al Governo, i milioni non bastano tira fuori i miliardi se vuoi parlare di contratti

agosto 13, 2016 at 7:21 admin

Per cominciare a parlare di rinnovo dei contratti pubblici, non bastano i milioni il Governo deve tirare fuori i miliardi dichiara Susanna Camusso. Non ci accontentiamo del caffé anche se siamo disponibili a non far gravare tutto sul primo anno di applicazione ed a concordare un modello premiale innovativo, ma devono essere garantite risorse sia a livello nazionale, sia a livello decentrato. Come a dire che il Governo è avvertito, non potrà trincerarsi sugli ultimi dati della de-crescita comunque inferiori alle previsioni [fonte]

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Dopo il TG, col Referendum Costituzionale arrivano gli aumenti di stipendio

luglio 31, 2016 at 9:14 admin

Fortuna dei lavoratori vuole che in Italia quasi ogni anno c'è una scadenza elettorale, diversamente i loro problemi non verrebbero mai al pettine. E così se nel 2014 le europee portarono gli 80 euro nelle tasche dei lavoratori a basso reddito, per questo autunno dopo aver sistemato le direzioni dei TG-Rai, Renzi ha deciso di mettere mano ai rinnovi dei contratti del pubblico impiego in vista del Referendum Costituzionale per il quale la bella Mariele Boschi si è spesa senza risparmio ispirata dall'esimio Verdini. Stavolta però non dà cifre, garantisce solamente sul suo onore che metterà più soldi in finanziaria per rinnovare i contratti degli Statali fermi da sette anni: "una ingiustizia". Il problema è la crescita, sarà dura infatti trovare risorse aggiuntive da mettere sopra i trecento milioni già stanziati per rinnovare i contratti pubblici, la congiuntura concordano tutti dal FMI alla Banca d'Italia, al vecchio Padoan, fa prevedere che si aggirerà intorno allo 0,9% dal 1,2% di crescita segnata nel DEF. Tradotto: votate Sì al Referendum Costituzionale! Se i sondaggi mi diranno che avete messo giudizio, sapremo come e dove trovare i soldi. Il lavoro che abbiamo fatto sulla PA prosegue il ganassa, è tutt'altro che banale. Gli aumenti di stipendio vanno inquadrati nell'ottica più generale delle Riforme che in autunno giungeranno a termine con la promulgazione del nuovo T.U. del pubblico impiego. I licenziamenti in tronco dei furbetti del cartellino ad esempio, segnano il discrimine di un cambiamento culturale nella Pubblica Amministrazione italiana, un approccio diverso che i lavoratori pubblici dovranno avere nei rapporti con il loro datore di lavoro. Pronta la replica della Sorrentino (CGIL-FP): gli stipendi degli Statali non sono fermi, sono tornati indietro al 2008. Dunque...Gli aumenti però non saranno per tutti, i dirigenti con contratti faraonici dovranno aspettare le prossime consultazioni. Resteranno col dente avvelenato finché non gli sarà restituito tutto con gli interessi. Quelli della Rai pagati coi soldi del canone in bolletta rassicurano l'intera categoria: meno fai, più guadagni. L'importante è non contrariare la politica. Ritrova la voce anche la Madia e non era scontato col caldo che fa: i soldi li prendiamo dalla Partecipate. Entro fine agosto ne taglieremo a migliaia. Anche questa s'era già sentita, ma la Marianna stavolta la dà per certa: sono previste sanzioni per le Amministrazioni che non le chiuderanno e poteri sostitutivi d'intervento al Ministero della Economia. Per quanto riguarda gli aumenti di stipendio la priorità sarà data al merito. Pure questa però non è nuova. C'aveva provato Brunetta a suddividere i premi per fasce di merito. Orrore. Non s'è visto nulla dall'oramai lontano 2009. Madia risponde che s'è messa d'accordo coi sindacati ed a metà settembre saranno loro a determinare i criteri di spartizione del salvadanaio premiale in comode fasce di merito che non scontentino nessuno degli aventi diritto. Un'altra riforma portata a termine, in fondo anche il sindacato vota e recuperalo dalla propria è segno tangibile dell'Italia che riparte...[fonte-1]; [fonte-2]; [fonte-3].

 

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Ossigeno per le clientele, i sindaci potranno assumere Dirigenti fiduciari a piacimento

luglio 26, 2016 at 10:56 admin

Ossigeno per foraggiare le clientele, con un emendamento al Decreto Enti Locali, la Commissione bilancio della Camera, ha dato il via libera per escludere dai limiti di spesa imposti alle assunzioni a TD, la cooptazione fiduciaria di Dirigenti assunti a chiamata dai Sindaci che rammentiamo, può raggiunge percentuali ragguardevoli del 30% negli Enti Locali a differenza di tutte le altre Amministrazioni dove non può superare il 10%. Una decisione che se fosse confermata dall'Aula, dimostrerebbe una chiara volontà della politica di fidelizzare la dirigenza rompendo quell'equilibrio costituzionale che la vorrebbe separata ed autonoma nei suoi atti di gestione dall'indirizzo politico...[fonte]

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800 milioni l'anno svaniscono in premi di risultati auto liquidati dagli stessi dirigenti

luglio 19, 2016 at 11:40 admin

Premi per 800 milioni di euro ogni anno finiscono nelle tasche dei 48.000 dirigenti pubblici italiani i cui risultati mai alcuno riesce in concreto né a quantificare, né a qualificare. Sono trascorsi 23 anni dal Dlgs. 29/1993 primo tentativo di "privatizzazione del rapporto di pubblico impiego"numerose riforme della Pubblica Amministrazione hanno visto la luce, ma nonostante una produzione legislativa copiosa invano abbia cercato di introdurre organismi di valutazione della performance e criteri di merito per evitare la distribuzione indiscriminata di premi, questi continuano ad essere assegnati secondo criteri astratti ed evanescenti e di più, molto spesso i regolamenti sono scritti dagli stessi percettori delle ingenti somme premiali, assumono gli adempimenti di routine come metro di valutazione ad esempio, un dirigente dei Beni culturali non è premiato per la sua bravura nel recupero e valorizzazione di un bene archeologico, ma per il numero di riunioni inconcludenti alle quali partecipa ogni anno. Analogamente un dirigente del lavoro non è premiato per il numero di nuovi contratti che riesce a favorire, ma per il numero di relazione e studi che pubblica o come al MEF dove i dirigenti sono premiati se riescono a trasmettere le Delibere entro cinque giorni. Ora il Governo ha fatto l'ennesimo annuncio e promesso di rendere indipendenti gli Organismi di Valutazione inventati da Brunetta che saranno formati da esperti iscritti in un Albo Nazione dal quale le Amministrazioni potranno scegliere liberamente. Vale a significare che i controllati continueranno a scegliersi i controllori magari promettendo un rinnovo del contratto se non saranno troppo strapazzati. Da Palazzo Vidoni spiegano anche che la pacchia dei premi a pioggia uguali per tutti è finita, saranno stabiliti infatti per Decreto i criteri di assegnazione e si chiameranno "obiettivi della Repubblica", punteranno a soddisfare i bisogni dei cittadini piuttosto che i sistemi organizzativi degli apparati. Quelli che ci seguono con maggiore assiduità, sanno che siamo stati gli unici nel fitto panorama dei Blog di settore dedicati, a mettere l'accento sullo spreco ingente di risorse che la politica per accattivarsi la burocrazia compiacente ha elargito con generosità nel corso degli anni dalle vacche grasse. Miliardi che si sarebbero potuti impiegare ed investire in maniera da ottenere un ritorno in termini concreti di produttività dei dipendenti e benessere dei cittadini. A confermarlo sono anche le conclusioni di un importante studio di Banca d'Italia curato da Roberta Occhilupo e Lucia Rizzica. [stampa]

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Il metodo mafioso dei dirigenti calabresi, i più efficienti d'Italia

luglio 13, 2016 at 12:08 admin

Molto più della 'ndrangheta e della politica, il ritardo di sviluppo della Regione Calabria è imputabile ai dirigenti della Pubblica Amministrazione che gestiscono la cosa pubblica con metodo mafioso. La denuncia viene dal Procuratore Nicola Gratteri, da trent'anni sotto scorta, un vero e proprio segugio della lotta alla mafia. C'è una rete di potere tecnico amministrativa inamovibile che arbitrariamente centellina autorizzazioni e pagamenti in una Regione dove ogni 100 lavoratori 65 hanno un impiego pubblico e la metà delle imprese deve la sua fortuna alle commesse pubbliche. Eppure, in una simile condizione con il Decreto 5416 del 12 maggio 2016 tutti i dirigenti regionali si sono promossi col massimo della valutazione raggiungendo il premio di risultato per un ammontare totale di un milione e mezzo di euro [fonte.1] e [fonte.2]

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Licenziare per assumere i precari, Ichino insiste, il job act agli Statali è automatico

giugno 11, 2016 at 3:12 admin

Il nuovo T.U. del pubblico impiego è oramai prossimo e dalla Funzione Pubblica fanno trapelare di essere orientati al doppio regime pubblico-privato in tema di lavoro allineandosi alla più recente sentenza della Cassazione, la n. 11868/16 che paradossalmente, pur confermando il licenziamento del ricorrente ha mantenuto fuori gli Statali dalla riforma Fornero dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori mentre pochi mesi prima, con la sentenza n. 24157 del novembre 2015 ne aveva estesa l'applicazione anche al settore pubblico. Accanto alla Madia si schiera anche il Ministro del Lavoro, ma nel Governo le posizioni in tema di reintegro in caso di licenziamento illegittimo e tutele crescenti, le posizioni non sembrano tutte allineate all'ultima pronuncia della Cassazione Zanetti ad esempio, sottosegretario all'economia, parla di "errore tecnico e politico" in merito alla scelta del doppio regime. Nemmeno Ichino, già collega di Zanetti in Scelta Civica poi passato tra le fila del PD si smentisce: quelle della Madia sono opinioni personali, il Job act si estende automaticamente al pubblico impiego, la previsione di esclusione fu espunta dal testo definitivo approvato. Il Governo non può legiferare in materia di licenziamenti perché eccede la Delega ricevuta dal Parlamento per riformare la PA. Licenziare darebbe una prospettiva ai precari della PA di poter essere stabilizzati impegnando le risorse così liberate. La cosa riguarderebbe solamente gli assunti dopo il 5 marzo 2015. Ichino fa addirittura appello ai sindacati perché capiscano che non si degnano nemmeno più di rispondergli...[fonte.1] - [fonte.2]

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Madia indignata coi sindacati contrari a concentrare gli aumenti contrattuali sui bassi redditi

maggio 21, 2016 at 11:28 admin

Sono passati dalla tutela dei ceti meno abbienti alle battaglie in difesa degli stipendioni dirigenziali, Marianna Madia è indignata coi sindacati unitariamente schierati contro l'ipotesi di aumenti mirati a sostegno dei redditi più bassi nei prossimi rinnovi contrattuali. L'orientamento d'indirizzo che il Governo impartirà all'Aran dopo il via libera del Mef alla riduzione dei comparti da 11 a 4 sembra però confermato: le poche risorse disponibili al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego non saranno distribuite a pioggia su tutti i profili professionali, ma verranno concentrate sui redditi più bassi che hanno maggiormente patito la lunga crisi economica a maggior ragione osserva, perché il costo della vita ha fatto registrare una regressione dal segno negativo dello 0,5%. Non se ne parla proprio ha tuonato Furlan; insiste per un aumento delle risorse da ripartire Camusso della Cgil. Nella discussione è intervenuto il solito Landini show man a tutto campo dai metalmeccanici agli Statali: se così fosse, nemmeno i contratti pubblici saranno rinnovati. La nostra opinione stavolta concorda con quella del Governo, non si comprende perché stipendi dirigenziali già largamente al di sopra della media europea che rammentiamo, oscillano tra i 60.000 ed i 120.000 euro cui si aggiungono le retribuzioni per risultati quasi mai raggiunti eppur certificati su carta pari ad incrementi nell'ordine del 30% vale a significare che uno stipendio da 100.000 euro col visto di colleghi compiacenti diventa da 130.000 euro, debbano aver bisogno d'incrementarsi di qualche migliaia di euro in tempi di deflazione. Ricchezza su ricchezza che inevitabilmente sarebbe sottratta al sostegno di stipendi poveri che si aggirano sotto i 20.000 euro l'anno. Di questo si parla cari Furlan, Camusso, Landini e quanti altri marziani dovessero pronunciarsi sul tema...(fonte)

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Dirigenti, sulla rispondenza tra stipendi e risultati conseguiti, alcuno fa domande ai Sindaci uscenti

maggio 18, 2016 at 1:10 admin

I Sindaci passano, ma dirigenti e funzionari restano. Una delle domande più imbarazzanti che nessuno formula ai Sindaci uscenti, sarebbe quella sulla qualità degli apparati burocratici a disposizione delle Amministrazioni che stanno per rinnovarsi. In particolare andrebbe chiesto ai Sindaci uscenti se c'è rispondenza tra la valutazione della performance, le gratifiche economiche percepite dai dirigenti ed i risultati oggettivi conseguiti da tanto lavoro in termini di soddisfazione dei cittadini...(fonte)

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Uil-PA, mai accetteremo l'ipotesi di un rinnovo parziale ed un salario accessorio ispirato alla Brunetta

maggio 18, 2016 at 12:28 admin

Non lasceremo mai passare l'ipotesi formulata dalla Madia di un rinnovo parziale dei contratti pubblici, questo è un Governo inadempiente che ignora i principi Costituzionali. Tra destra e sinistra le differenze non si apprezzano più tanto che questo Governo intende trattare sul salario accessorio ispirandosi ai criteri anticostituzionali delle fasce di merito come predeterminate dalla Riforma Brunetta. Noi siamo favorevoli alla ripartizione meritocratica delle risorse disponibili, ma deve essere definita da un accordo quadro discusso col sindacato come sul modello adottato per la riduzione dei comparti. Così il segretario Nicola Turco

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