I docenti afflitti dal male oscuro dell'uguaglianza, vanno valutati sulla sola reputazione

giugno 2, 2016 at 2:08 admin

Continua la nostra inchiesta sul mondo della scuola alla ricerca del suo assetto cogliendo l'occasione offerta da Attilio Oliva, educatore con l'ennesimo giudizio tranciante in tema di valutazione e meritocrazia: la scuola italiana costa 50 miliardi l'anno ed impiega un milione di persone. Un investimento notevole per il quale alcuno si preoccupa di valutare i risultati. Anzi, assistiamo ad uno scandaloso ostracismo da parte sindacale ad ogni occasione di misurazione dei risultati di apprendimento e della didattica. Apprezzabile il tentativo della buona-scuola di assegnare dei premi sulla base di criteri condivisi purché non si finisca per sentenziare che sono tutti bravi azzerando ogni possibile innesco di emulazione positiva. Se c'è un errore da imputare al Governo è stato quello di non aver dato dei criteri precisi di valutazione. La reputazione deve essere il criterio oggettivo in ragione del quale un docente va premiato. Analogamente a quanto accade con la selezione dei Nobel ad esempio, dove è l'intera comunità scientifica chiamata a selezionare con giudizi soggettivi i migliori. L'egualitarismo invece ancora condiziona la scuola impegnata alla ricerca di fantomatici criteri oggettivi come le ore trascorse tra le mura della scuola, il numero di compiti corretti, le mostre visitate che non rendono merito al lavoro svolto da bravi insegnanti capaci di trasferire il gusto per il sapere agli allievi...[fonte]

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Superiamo la Brunetta, l'orologio di UIL-PA fermo al 1995

febbraio 6, 2016 at 11:43 admin

Nostalgia, nostalgia canaglia cantavano Albano e Romina, ma per UIL-PA concertazione e privatizzazione del rapporto di pubblico impiego sono la "jihad" del lavoro per la quale battersi oggi e sempre. Fiera di aver raccolto le firme per una Legge di iniziativa popolare ammessa alla discussione alle calende greche destino che accomuna d'altronde tutte le proposte di legge popolari, la Uil-PA anticipa che nelle prossime trattative di negoziazione dei rinnovi contrattuali, chiederà al Governo un impegno formale perché sia superata l'odiata Brunetta che nel frattempo però, è già stata "superata" in peggio dall'ultima "Madia". Addirittura c'ha speso un seminario Uil-PA per affermare che della Brunetta (D.Lgs.150/09, sic!), non le vanno giù la valutazione individuale e le fasce di merito; le trattenute per assenteismo influenzale e la produttività individuale. Chiede infatti il ritorno alla produttività collettiva e più in generale il ripristino delle prerogative sindacali della contrattazione appunto sottratte dalla Legge alla negoziazione, dopo gli eccessi e gli abusi dei veti interditivi. Quasi un revival come se la crisi economica, il fallimento di Lehman brother, la crisi dell'euro e quella del debito europea non fossero mai accadute e nulla avessero insegnato. Tutto come se stessimo in pieno boom economico dei favolosi anni '80 e potessimo svalutare la lira per presentarci competitivi sul mercato e finanziare la spesa pubblica a debito perché è ancora sotto controllo intorno al 60% del PIL e non al 134% con una montagna da spalare di 2.200 Mld di euro. Ci assale il dubbio che a marginalizzare il sindacato non sia stata la rottamazione renziana, quanto piuttosto la depressione dei vertici di una parte importante dell'intero movimento sindacale, che non riesce a sintonizzarsi sui tempi nuovi e le mutate condizioni economiche globali attardata a disegnare schemi ed attuare dinamiche oramai prive degli elementi di riferimento economico-sociali-politici. Anche loro forse troppo giovani per andare in pensione, troppo vecchi per ricercare nuove idee e strade alternative che ridiano un ruolo al sindacato oltre le tavole dei palcoscenici TV...(fonte)

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Prima mi votate la Riforma poi vi rinnovo i contratti, dopo i docenti Renzi frega gli impiegati

giugno 26, 2015 at 1:23 admin

Renzi fotte gli StataliEntro l'estate l'approvazione definitiva anche della Riforma Madia per la Pubblica Amministrazione e solo successivamente, saranno determinate le poste di bilancio nella Legge di Stabilità per rinnovare i contratti del pubblico impiego come sancito dalla Corte Costituzionale. Do ut des, lo schema così come ha funzionato per la scuola, sarà replicato per l'intero settore pubblico. Renzi non si è lasciato intimorire dalle ultime Pronunce della Consulta, e nemmeno si è mostrato cedevole alle pressioni dei sindacati che pretendono l'immediata convocazione al tavolo negoziale per rinnovare i contratti pubblici. Approvare la riforma in cantiere significa essenzialmente nei prossimi contratti, che gli incrementi retributivi saranno associati alla produttiva ed in misura crescente alla valutazione della performance piuttosto che alle voci fisse della busta paga uguali per tutti. Inoltre, proverà a recuperare il terreno elettorale perduto sulla questione immigrati, con l'introduzione di misure che metteranno il lavoro pubblico sullo stesso piano disciplinare del lavoro privato: il licenziamento dei fannulloni rende molto in termini di consenso elettorale. Brunetta docet...

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Scuola, sindacati sull'orlo di una crisi di nervi e genitori schierati coi Presidi

maggio 14, 2015 at 12:25 admin

Il sindacato ha perso il lume della ragione dice Davide Faraone, sono frustrati dal non essere riusciti a bloccare le riforme e minacciano di danneggiare i ragazzi e le loro famiglie facendo saltare gli scrutini. Abbiamo apportato modifiche alla riforma in discussione concedendo gli scatti di anzianità già in autunno, abbiamo rivisto e ridimensionato il potere dei presidi eppure non gli basta, sono loro ad essere chiusi al dialogo. Hanno usato le graduatorie come bacino per le tessere e svilito il loro ruolo diventando dei ricorrenti al TAR. I primi sondaggi sulla contestata riforma della scuola però, confortano il Governo, rivelano infatti che i genitori pur non conoscendo nel dettaglio il disegno di Legge, sono schierati al fianco dei Presidi nel senso che si dicono favorevoli alla figura del Preside-decisore. Di tutt'altro avviso anche la Cisl che pur non rinunciando a trattare al tavolo, vede nell'approccio di Renzi un limite: eviti di mostrare i muscoli, perché nessuno riforma il paese da solo dichiara Annamaria Furlan. Anche la Cisl è su posizioni critiche riguardo alla questione dei poteri esclusivi di cui sarebbero dotati i Presidi nella valutazione degli insegnanti e chiede che i docenti siano valutati da ispettori ministeriali, famiglie e finanche alunni. Ora proviamo ad immaginare un ragazzino che viene a trovarsi nella condizione di poter punire il suo maestro dopo una sfilza di impreparati. Sarà anche una cattiva riforma questa, ma è di tutta evidenza che il sindacato ha urgenza di curarsi l'affezione di sessantottinite acuta prima di poter dire la sua sulla scuola con una certa credibilità...!

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