ottobre 22, 2017 at 12:26
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admin
Spulcia le cifre reali Marcello Pacifico presidente Anief e s'avvede che quella del Governo sostenuto dall'opera interessata dei Sindacati tradizionali firmatari degli accordi del 30 novembre 2016, altro non è che propaganda live in vista delle consultazioni politiche. Le cifre ufficiali sono gonfiate, in realtà ai lavoratori della scuola dai rinnovi arriveranno la miseria di 31,5 euro in busta paga, comprensivi della indennità di vacanza contrattuale. Ecco perché si affannano a sottolineare che gli aumenti seguiranno il principio della piramide rovesciata: la gran maggioranza dei lavoratori riceverà aumenti di stipendio semplicemente ridicoli in ragione dell'aumento del costo della vita negli ultimi dieci anni di blocco dei salari. [fonte]
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ottobre 21, 2017 at 11:38
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admin
Gentiloni misurato e distaccato, promette aumenti in busta paga agli Statali già per l'anno nuovo. Madia invece si spinge oltre ed auspica trattative ad oltranza addirittura per chiudere i rinnovi contrattuali prima che si aprano le urne, è evidente. La formula magica stavolta è quella degli 85 euro di incrementi in media fissati in finanziaria al netto degli 80 euro di credito d'imposta che portarono bene alle europee. La sterilizzazione però dei sopra soglia, non sarà per Legge. Verrà regolata dai contratti. Se fosse stata scritta nella Legge di Stabilità, avrebbe compreso anche i lavoratori del settore privato ed i conti della Finanza pubblica sarebbero saltati. Dopo l'IVA, l'impegno per finanziare i rinnovi dei contratti del pubblico impiego è il maggiore investimento del Governo nella Legge di Stabilità conferma il Ministro Marianna che va in campagna elettorale dimostrando di saperla lunga...[fonte]
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ottobre 8, 2017 at 10:00
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I trecento milioni per salvare il credito di imposta degli ottanta euro non si sa ancora bene dove prenderli, in compenso però nella prossima Legge di Stabilità (la finanziaria), ci saranno 95 milioni per aumentare i magri stipendi da 2.800 euro netti ai Presidi. Una urgenza per il Governo, alla quale sta alacremente lavorando la Fedeli. 13.571 euro in più che si sommeranno agli 85 euro di aumenti già nei programmi dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego. La piramide capovolta della Madia, sarà dunque riportata nella sua originaria posizione eretta in via esclusiva per i Dirigenti scolastici. I professori invece dovranno farsi bastare gli 85 euro di incrementi concordati con gli accordi di novembre 2016. Gli aumenti di stipendio aggiuntivi infatti, varranno solamente per i settemila Presidi, equiparati ai Dirigenti delle PA nelle funzioni svolte, ma con magri stipendi da funzionari. Un trattamento economico inadeguato, a loro dire, in ragione delle numerose responsabilità che si assumono quotidianamente, non ultime le reggenze sparse sui territori spesso vasti dei circoli didattici. Sono infatti 1.700 le scuole prive di guida la cui reggenza viene assunta da Presidi che già hanno un incarico di ruolo presso un altro Istituto. [fonte.1] - [fonte.2]
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settembre 19, 2017 at 4:50
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Diciamo che possiamo tirare un sospiro di sollievo. Marianna Madia rassicura i sindacati che tutto quanto previsto nell'accordo del 30 novembre 2016 sarà rispettato dal Governo e dunque, gli ottanta euro saranno salvati al netto degli aumenti contrattuali ancora in fase di negoziazione. Quei dipendenti dunque che supereranno la soglia, non vedranno azzerato il credito d'imposta dal nuovo contratto. Miracoli di fine legislatura, quando la politica si avvicina alle urne elettorali, moltiplica i pani ed i pesci per tenersi buoni le tre milioni di famiglie che lavorano per lo Stato. Infatti, la signora Ministro della PA, ancora non è in grado di spiegare con quali risorse finanzierà la spesa aggiuntiva di tre miliardi per consentire di conservare il bonus però, chi vuole intendere può intendere che sotto elezioni, così com'è ridotta, la politica non può permettersi di tirare un colpo mancino agli Statali. Difatti sta programmando assunzioni, studia incentivi ai pensionamenti, tratta il rinnovo dei contratti pubblici giusto in tempo per stampare i certificati elettorali. A noi va bene, figuriamoci. Ci basta che tutti abbiano compreso chiaramente. E c'è di piu', gli aumenti di stipendio saranno inversamente proporzionali ai redditi percepiti. Cioè, coloro che guadagnano meno, vedranno in busta paga per intero la cifra di aumenti pattuita dai contratti; quelli che hanno stipendi già congrui e robusti, ne avranno invece un pò di meno...[fonte.1] [fonte.2]
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luglio 1, 2017 at 11:51
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In attesa che il MEF autorizzi gli 80 euro anche a coloro che con gli aumenti dei rinnovi supereranno i 26.000 euro di reddito, Madia conta di chiudere i contratti entro ottobre legando gran parte degli incrementi ai risultati. Due le ipotesi allo studio per non far perdere gli ottanta euro ai lavoratori: la prima vorrebbe reperire ulteriori 500 milioni di euro, ma è una ipotesi poco praticabile visti i vincoli europei di bilancio. La seconda ipotesi prevederebbe invece di detrarre i 500 milioni che occorrono a mantenere il bonus in busta, direttamente dal monte di finanziamenti già previsti nella legge di stabilità 2018 per i rinnovi che con questa modalità, vedrebbero ridursi inevitabilmente la cifra complessiva destinata agli aumenti veri e propri [fonte.1] [fonte.2]
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maggio 20, 2017 at 11:55
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Tra le misure previste a copertura dal DDL grillino per finanziare il reddito universale di cittadinanza, oltre ai tagli alle detrazioni fiscali ed all'aumento delle imposte sulle attività di ricerca di gas e petrolio sognando un mondo che marci a rinnovabili e faccia salire alle stelle la bolletta della luce e del gas da riscaldamento, i grillini stanno pensando di recuperare 10 miliardi tagliando gli ottanta euro in busta paga che furono investiti per sostenere i redditi più bassi e rilanciare i consumi. A confermalo, le dichiarazioni rilasciate da Laura Castelli, membro della Commissione Bilancio che non esclude una opportuna valutazione della proposta perché la misura del Governo Renzi di certo non è stata adottata per combattere la povertà, sostiene la giovane deputata torinese esperta di economia aziendale [fonte.1] [fonte.2]
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aprile 30, 2017 at 9:44
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Al convegno Uil di palazzo Lombardia, Emanuele Fiano responsabile PD per le riforme, ha confermato e reso ufficiale l'indiscrezione secondo la quale entro maggio il Governo spedirà all'Aran l'atto di indirizzo che segna l'avvio della contrattazione per i rinnovi del pubblico impiego. Tra le novità, la piramide rovesciata degli incrementi contrattuali, vale a significare che quanto più basso sarà il reddito da lavoro percepito, tanto più alto e prossimo alla media degli 85 euro mensili sarà l'aumento di stipendio che verrà dai rinnovi inoltre, si prevedono ritocchi alle assenze per malattia che in caso di visite specialistiche potranno essere fruite ad ore e non trascurabile, la modifiche ai permessi di cui alla Legge 104/92 che andranno programmati con l'Amministrazione [fonte.1] [fonte-convegno]
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marzo 5, 2017 at 11:24
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Quasi gli sfugge della bocca ad Angelo Rughetti, ma degli 85 euro di aumenti promessi con l'accordo del 30 novembre ultimo scorso, sarà sotto forma di benefit trasporti, palestra, cultura. Il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione conferma che gli aumenti salariali sono due: il primo sono gli 80 euro del credito d'imposta concesso dal Governo Renzi e ch'è diventato strutturale, il secondo saranno gli 85 euro di "welfare aziendale", cioé una serie di agevolazioni extra busta. Pare di capire che la faccenda stia arrovellando i sindacati ben consapevoli che ai "ticket" i lavoratori preferiscono gli euro in saccoccia...[fonte]
marzo 5, 2017 at 10:45
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Ad influenzarla saranno stati i mille giorni trascorsi al Governo con Matteo Renzi, Madia però non sembra essere ancora guarita perfettamente dall'annuncite nonostante l'avvento di Gentiloni. Ecco che riannuncia per l'ennesima volta che il Governo è pronto, è giunto finalmente il momento di rinnovare i contratti del pubblico impiego. La metà dei soldi rammenta, l'abbiamo già stanziata e la metà che manca agli 85 euro di aumenti promessi con l'accordo del 30 novembre, sarà appostata nella Legge di Stabilità 2018, cioé fra un anno, giusto in tempo per l'arrivederci alle urne elettorali di fine legislatura. Il Governo spera che il bonus porti a termine il lavoro come fu con le europee. Mai 85 euro furono così sudati dagli Statali...[fonte]
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dicembre 11, 2016 at 11:38
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Il 30 novembre, cioé appena dieci giorni fa, sembrava che l'avessimo già in tasca gli 85 euro del rinnovo contrattuale. Magie dell'annuncite, dopo sette anni di attesa si preparava un "sereno Natale" per il pubblico impiego. Poi stavolta gli Statali hanno deciso di votare secondo coscienza al referendum Costituzionale forse perché a differenza delle europee, non si è fatto in tempo a contabilizzare in busta l'incentivo alla "partecipazione" ed ecco che i soldi restati sulla carta non si sono trasformati in Sì ed rinnovi dei contratti finiti di nuovo in alto mare. L'intesa firmata dai sindacati col Governo infatti, era solamente un accordo politico di massima al quale dovevano seguire le direttive della Madia per l'Aran ed il Decreto attuativo della Riforma che doveva superare la Brunetta e rimettere ai contratti il potere di ripartire il salario accessorio riconoscendo al sindacato l'antica funzione interdittiva così malaccortamente sottratta dalla furia rottamatrice della prima ora renziana. Ebbene, oggi ci ritroviamo con una scampata riforma costituzionale, ma senza Governo e dunque senza aumenti in busta. Non ci resta che sperare che Gentiloni raccolga l' SOS degli Statali in bolletta e gli venga in soccorso accogliendoli con un bel assegno da 1,8 miliardi di finanziamento che ancora mancano alla firma definitiva in calce ai rinnovi dei CCNL
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