1° maggio 2016 sindacati uniti nella lotta per le pensioni, i contratti e gli investimenti

maggio 2, 2016 at 12:01 admin

La nota positiva di questo 1° maggio 2016 è stata quella di essersi ritrovati a Genova nella lotta concordi con una sola voce sulle pensioni: la riforma Fornero ha ottenuto il solo risultato di far scappare i giovani all'estero e bloccare i vecchi che non ce la fanno più sul lavoro; sul rinnovo dei contratti pubblici in primis ed il rispetto delle pronunce della Corte Costituzionale perché Governo prima e Confindustria poi per i lavoratori del privato, mettano i soldi. La sola busta che c'interessa è quella paga, non quella arancione; ed infine sugli investimenti nelle infrastrutture, nella larga banda, nella innovazione e nella ricerca, il solo modo che c'è per creare lavoro e sviluppo. Siamo un sindacato di proposta, ma sappiamo essere anche un sindacato di protesta se il Governo non la smette con le promesse e non mette mano subito ai problemi del lavoro...(Fonte)

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Non voglio disturbare faccio da solo, dopo il terrae motus Felicori, anche gli sfratti alla Reggia di Caserta

marzo 12, 2016 at 1:22 admin

Sono alla Reggia di Caserta da cinque mesi ed ho fatto ancora poco rispetto alle cose che ci sono da sistemare, ma non voglio disturbare, faccio da solo nemmeno un euro di straordinari è stato speso. Nella PA i cambiamenti procedono lentamente, c'è bisogno di almeno un anno di lavoro per poter valutare i risultati. Io ho un contratto di quattro anni, diciamo che mi sono dato il compito di gettare le premesse per il cambiamento che sarà apprezzato da chi verrà dopo di me. A parlare è Mauro Felicori intervistato da Giovanni Minoli a Mix24 dopo essere stato oggetto di diffida sindacale indirizzata ai vertici del Ministero dei Beni culturali. Felicori, 64 anni bolognese, è stato per molti anni dirigente al Comune. Insegna gestione delle imprese culturali agli studenti del master in Comunicazione storica dell’Università di Bologna, attualmente è direttore della Reggia di Caserta selezionato con bando di concorso internazionale. Nella lettera al Ministero, le OOSS firmatarie lo accusano di trattenersi in ufficio ben oltre l'orario di lavoro, di aver riaperto al pubblico ambienti che dovrebbero restare in custodia sotto chiave per carenza di personale, di aver trasferito personale evidentemente intruppato, senza concordare alcunché con il sindacato. Messo all'indice dunque, per aver adempiuto il suo dovere ed aver applicato alla lettera la norma (Riforma Brunetta), che riconosce al datore di lavoro piena autonomia organizzativa. Quasi un tentativo di intimidazione che però è andato fallito anche grazie alla mobilitazione dei mezzi di comunicazione che hanno posto all'attenzione della opinione pubblica nazionale il caso. Il vento è cambiato, la gente vessata da un livello di tassazione senza eguali nel mondo e da condizioni precarie di lavoro quando ha la fortuna di trovarlo, non tollera le assurde recriminazioni sindacali che pongono ad obbiettivo della azione la garanzia di condizioni di comodo dal cui orizzonte l'interesse pubblico si dilegua fino a sparire nel nulla. Una polemica che non trova fondamento nell'operato del neo direttore, quella mossa da alcuni esponenti sindacali che per lunghi anni probabilmente, si erano abituati ad accomodare le cose e di punto in bianco si sono visti invece tirare fuori dai giochi nel tentativo legittimo di mettere ordine e ricondurre ciascuno al proprio ruolo. Per l'intero mezzogiorno ed in special modo per la Campania, la frizione tra il neo direttore Felicori e le OOSS di base, è il segnale che è stata compiuta una scelta felice nell'assegnare le poltrone dei beni culturali a mezzo di bandi di concorso internazionali. L'arrivo alla guida di musei e siti archeologici tra i più importanti al mondo, di soggetti fuori contesto portatori di un metodo sconosciuto alle sacche parassitarie dell'impiego pubblico concentrate in alcune aree del paese dove per tante ragioni, non ultime di ordine culturale, il settore è stato concepito dalla mala politica come discarica assistenziale del disagio sociale, può risultare l'inizio di un rivolgere al meglio condizioni di degrado che altrimenti affidate alla cura di esperti locali difficilmente troverebbero motivi sufficiente per rompere  i legami con i costumi tolleranti che hanno impedito fin qui la valorizzazione dei beni affidati nell'esclusivo interesse pubblico dello Stato. Sto vivendo una esperienza meravigliosa alla Reggia di Caserta confessa Felicori, provo con moderazione a far capire che il mio intento è quello di voler cambiare le cose perché il mezzogiorno possa trovare nell'arte il punto per ripartire. Partiremo da terrae motus utilizzando il piano nobile della Reggia appena liberato dall'aereonutica militare, per allestire una mostra con le opere donate in occasione del terremoto dell'irpinia, dagli artisti occidentali più importanti. Una collezione dimenticata che dal 1° giugno sarà offerta ai visitatori di tutto il mondo. E non basta, tra le patologie del sistema Reggia ereditate dal passato, Felicori ha annunciato di aver avviato a guarigione anche l'affittopoli reale con gli sfratti esecutivi delle residenze occupate impropriamente dai custodi.

 

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Madia, i 300 ml per rinnovare i contratti aumenteranno seguendo le dinamiche della crescita economica

dicembre 20, 2015 at 11:18 admin

Marianna Madia: la nostra è una riforma di sistema non di settore, punta a dare ai cittadini tempi e regole certe. Il motore di questa riforma saranno i lavoratori pubblici. Il processo di digitalizzazione che comunque già stiamo implementando coi dipendenti maturi ancora in servizio, sarà completato da reclutamenti mirati di giovani professionisti assunti non più in base alle vecchie piante organiche, ma con concorsi pubblici programmati sui fabbisogni reali di unità professionali che serviranno a far arrivare ai cittadini i nuovi servizi. Le Amministrazioni non proseguiranno più in ordine sparso, noi ragioniamo seguendo una visione unitaria dei fabbisogni della Repubblica, per questa ragione non vedremo più assunzioni di amministrativi nelle ASL dove invece servono medici. Le risorse disponibili quindi, saranno allocate efficacemente per reclutare secondo le necessità. I vincitori di concorsi saranno tutti assunti, mentre agli idonei questo diritto non potrà essere garantito a tutti come è giusto che sia, d'altronde. Anche i dipendenti delle Partecipate non dovranno temere il riordino e la riduzione del numero delle aziende. Saranno chiuse quelle che non perseguono un reale interesse pubblico, ma analogamente a quanto già in atto per i dipendenti delle ex Province, non perderanno il posto di lavoro. Saranno avviati a quello che possiamo definire il più grande processo di mobilità di personale nella storia della Repubblica. La Riforma consta di venti Decreti attuativi di cui, i primi dieci saranno portati in Consiglio dei Ministri prima di Natale od al massimo a gennaio 2016. 

Sul tema cogente dei rinnovi contrattuali Madia ha tenuto a sottolineare che per legge il negoziato non può partire se prima i Sindacati non troveranno l'accordo con l'ARAN per ridurre il numero dei comparti. Si è poi detta consapevole che è ingiusto un blocco perdurante dei rinnovi che però è stato causato dalla più dura crisi economica che si potesse immaginare e comunque, c'è da tener presente che nel privato ad esempio, ha prodotto ingiustizie anche più gravi come la perdita di milioni di posti di lavoro cosa che nel settore pubblico non è accaduto. I contestati 300 ml stanziati nella Legge di Stabilità per rinnovare i contratti pubblici, aumenteranno ha promesso Madia, parallelamente all'uscita dalla crisi ed in ragione dell'incremento della crescita economica...

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Fasce di merito, soglie di rappresentanza e riduzione dei Comparti, via tutto pur di concludere coi miseri rinnovi

ottobre 19, 2015 at 12:49 admin

Una bozza aggiornata della Legge di Stabilità fatta circolare tra gli addetti ai lavori, prevede che pur di portare a compimento i miseri rinnovi dei CCNL del pubblico impiego, il Governo è disposto ad un ulteriore rinvio della Riforma Brunetta dopo sette anni dalla sua promulgazione. In particolare verrebbero rinviate le misure più odiate dalle piccole OOSS e cioè la soglia di rappresentanza fissata dalla Legge al 5%; le fasce di merito per l'attribuzione del salario di produttività e l'obbligo di riduzione a quattro dei comparti di contrattazione nei quali sono suddivisi i settori di attività del pubblico impiego. Dalla nuova bozza si apprende che saranno meno gravi del previsto i tagli ai fondi destinati allo stipendio di risultato, si passa infatti dal 20 al 10%; che il blocco del turn-over sarà ridimensionato al 40% (era previsto che salisse all'80%), per aumentare i risparmi di spesa sul personale cessato per quiescenza; che sarà del 20% la sforbiciata ai trattamenti di salario accessorio; il tutto rammentiamo, per raggranellare i 200 ml messi sul tavolo delle trattative per i rinnovi contrattuali imposti dalla Sentenza della Corte Costituzionale (fonte).

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Statali, il governo batte il primo colpo dei rinnovi contrattuali

ottobre 3, 2015 at 3:50 admin

Finalmente, pare proprio che sia pure a fatica, la trattativa sui rinnovi contrattuali si possa considerare avviata. Il ministro Madia infatti, ha dato pieno mandato all'Aran perché trovi un accordo con le parti sociali sull'applicazione della Legge Brunetta (Dlgs.150/2009), per l'accorpamento da 11 a quattro dei comparti di contrattazione del pubblico impiego. E' il primo passo cui si erano detti pronti Cgil, Cisl, Uil già a fine settembre. Un accordo propedeutico a determinare i nuovi livelli retributivi questo, per gli Statali di ogni ordine e grado. Più che dalla volontà degli attori, l'avvio è stato reso possibile dalla Sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo il congelamento degli incrementi salariali a tempo indefinito. Un blocco che ha congelato anche l'organizzazione dei servizi sottolinea Faverin della Cisl, per il quale bisogna ripartire con la contrattazione puntando sulle competenze e le professionalità acquisite per ricostruire un sistema di servizi avanzati, veloci e di qualità...(fonte)

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Rinnovi, ultimo avviso dei Sindacati al Governo: confronto immediato o sarà conflitto

ottobre 3, 2015 at 2:56 admin

Cgil, Cisl e Uil avvertono il Governo: si avvii immediatamente il confronto per i rinnovi dei contratti pubblici o si aprirà la stagione della mobilitazione e dei conflitti sociali. Dopo sei anni di blocco degli stipendi, i sindacati chiedono di essere convocati subito dal governo perché ancora non si conosce l'ammontare degli stanziamenti che saranno predisposti nella Legge di Stabilità. Le retribuzioni dei dipendenti pubblici dovranno essere adeguatamente aumentate per consentire il recupero del potere di acquisto avvertono, i rinnovi nel pubblico impiego dovranno essere l'occasione per liberare e valorizzare la contrattazione nazionale e decentrata dai vincoli normativi (fonte)

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