maggio 14, 2017 at 12:28
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admin
La prossima settimana il CdM approverà in via definitiva il T.U. del pubblico impiego e per giugno è in programma la trasmissione all'Aran dell'atto di indirizzo che segna l'avvio delle trattative per i rinnovi contrattuali. Si darà piena attuazione quindi alla parte normativa prevista dagli accordi firmati con le OOSS il 30 novembre scorso, alla quale farà seguito la parte economica definita dagli stessi accordi con la stipula di un contratto del pubblico impiego responsabile ed equilibrato che dovrà soddisfare le esigenze reali del paese ha affermato Madia a margine del convegno organizzato da Ires-Piemonte sulla innovazione della PA. Madia ha poi proseguito, sottolineando che la Riforma si pone ad obiettivo la crescita del paese
[fonte.1] [fonte.2] [fonte.3]
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aprile 30, 2017 at 9:44
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admin
Al convegno Uil di palazzo Lombardia, Emanuele Fiano responsabile PD per le riforme, ha confermato e reso ufficiale l'indiscrezione secondo la quale entro maggio il Governo spedirà all'Aran l'atto di indirizzo che segna l'avvio della contrattazione per i rinnovi del pubblico impiego. Tra le novità, la piramide rovesciata degli incrementi contrattuali, vale a significare che quanto più basso sarà il reddito da lavoro percepito, tanto più alto e prossimo alla media degli 85 euro mensili sarà l'aumento di stipendio che verrà dai rinnovi inoltre, si prevedono ritocchi alle assenze per malattia che in caso di visite specialistiche potranno essere fruite ad ore e non trascurabile, la modifiche ai permessi di cui alla Legge 104/92 che andranno programmati con l'Amministrazione [fonte.1] [fonte-convegno]
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gennaio 15, 2017 at 6:30
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Esaurita la spinta propulsiva della rottamazione, addio alla riforma del Testo Unico del pubblico impiego. Il Governo Gentiloni infatti ha deciso di ridimensionare la grande riforma ed a febbraio si limiterà ad attuare con un Deceto Legislativo i soli punti concordati coi sindacati nell'accordo del 30 novembre 2016: superamento della Legge Brunetta circa la prevalenza del CCNL sulla norma nella regolamentazione del rapporto di pubblico impiego; cancellazione delle fasce premiali sostituiti da nuovi strumenti di valutazione della performance; rivisitazione del salario accessorio. Già questa settimana, le OOSS saranno convocate per consultazione sulle modifiche normative come da intesa raggiunta il 30 nov. u.s. Seguirà la direttiva all'Aran che darà il via alla contrattazione vera e propria [fonte]
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giugno 8, 2016 at 1:51
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Pochi, benedetti e subito, parte a luglio il tavolo negoziale dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego. Saranno di 30 euro gli aumenti di stipendio destinati ai soli redditi bassi. Sta per essere infatti licenziata la Direttiva Madia all'Aran con l'indicazione di concentrare le poche risorse disponibili (300 ml), solamente sui redditi medio-bassi. Il Governo però lascerà alle parti decidere la soglia massima di reddito che darà diritto a ricevere gli aumenti riservandosi l'emanazione di una successiva direttiva integrativa nel caso che la trattativa ristagni. Si calcola che la platea degli aventi diritto agli incrementi stipendiali si aggiri intorno alle 800mila unità dei tre milioni complessivi di lavoratori alle dipendenze delle P.A. La direttiva conterrà anche indicazioni circa il salario accessorio che vedrà applicate le fasce di merito della Riforma Brunetta con la determinazione di un 25% di lavoratori che sicuramente resterà fuori da ogni ripartizione di risorse premiali. Siccome però questo meccanismo risulta eccessivamente penalizzante per le mansioni di basso profilo, il Governo ha previsto di correggerlo con il T.U. che potrebbe essere approvato già a luglio. La Uil è sul piede di guerra: sciopero generale annunciato per settembre. Più prudente invece la Cgil che per bocca della Camusso chiede di attendere gli sviluppi della situazione prima di esprimere una valutazione definitiva...[fonte]
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maggio 21, 2016 at 11:28
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Sono passati dalla tutela dei ceti meno abbienti alle battaglie in difesa degli stipendioni dirigenziali, Marianna Madia è indignata coi sindacati unitariamente schierati contro l'ipotesi di aumenti mirati a sostegno dei redditi più bassi nei prossimi rinnovi contrattuali. L'orientamento d'indirizzo che il Governo impartirà all'Aran dopo il via libera del Mef alla riduzione dei comparti da 11 a 4 sembra però confermato: le poche risorse disponibili al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego non saranno distribuite a pioggia su tutti i profili professionali, ma verranno concentrate sui redditi più bassi che hanno maggiormente patito la lunga crisi economica a maggior ragione osserva, perché il costo della vita ha fatto registrare una regressione dal segno negativo dello 0,5%. Non se ne parla proprio ha tuonato Furlan; insiste per un aumento delle risorse da ripartire Camusso della Cgil. Nella discussione è intervenuto il solito Landini show man a tutto campo dai metalmeccanici agli Statali: se così fosse, nemmeno i contratti pubblici saranno rinnovati. La nostra opinione stavolta concorda con quella del Governo, non si comprende perché stipendi dirigenziali già largamente al di sopra della media europea che rammentiamo, oscillano tra i 60.000 ed i 120.000 euro cui si aggiungono le retribuzioni per risultati quasi mai raggiunti eppur certificati su carta pari ad incrementi nell'ordine del 30% vale a significare che uno stipendio da 100.000 euro col visto di colleghi compiacenti diventa da 130.000 euro, debbano aver bisogno d'incrementarsi di qualche migliaia di euro in tempi di deflazione. Ricchezza su ricchezza che inevitabilmente sarebbe sottratta al sostegno di stipendi poveri che si aggirano sotto i 20.000 euro l'anno. Di questo si parla cari Furlan, Camusso, Landini e quanti altri marziani dovessero pronunciarsi sul tema...(fonte)
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maggio 17, 2016 at 11:45
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Una indiscrezione fatta filtrare da Palazzo Vidoni, confermerebbe i sospetti che non sia possibile incrementare gli stanziamenti a sostegno dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego, resterebbero quindi trecento i milioni a disposizione per rinegoziare i contratti di tre milioni di Statali. Per non polverizzare gli aumenti dei salari, il Governo avrebbe in animo di impartire all'Aran la direttiva di riservare aumenti di stipendio ai redditi più bassi che negli anni della crisi sono stati particolarmente colpiti da perdite nette in busta che vanno dai 600 euro ai 1000 euro degli insegnanti. Pronta la levata di scudi dei sindacati che in un comunicato unitario si sono detti contrari e chiedono riconoscimenti e monetizzazione per tutte le categorie di lavoratori del pubblico impiego senza eccezioni suggerendo al Governo di percorrere la via della defiscalizzazione e dei servizi alla persona per aiutare le famiglie monoreddito e le fasce di lavoratori più poveri...(fonte1; fonte2)
gennaio 31, 2016 at 1:14
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Dettori, Faverin, Torluccio e Turco smentiscono la Madia e si dicono pronti a firmare la riduzione dei comparti, ma è il Governo che cerca di tergiversare e non mette soldi sui rinnovi dei contratti. Il sindacato ha da tempo un piano per la produttività e l'innovazione nelle PA, obiettivi che si raggiungono col rinnovo dei contratti di lavoro. Il 3 febbraio annunciano, sono pronti alla non stop all'Aran...(fonte)
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dicembre 20, 2015 at 11:18
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Marianna Madia: la nostra è una riforma di sistema non di settore, punta a dare ai cittadini tempi e regole certe. Il motore di questa riforma saranno i lavoratori pubblici. Il processo di digitalizzazione che comunque già stiamo implementando coi dipendenti maturi ancora in servizio, sarà completato da reclutamenti mirati di giovani professionisti assunti non più in base alle vecchie piante organiche, ma con concorsi pubblici programmati sui fabbisogni reali di unità professionali che serviranno a far arrivare ai cittadini i nuovi servizi. Le Amministrazioni non proseguiranno più in ordine sparso, noi ragioniamo seguendo una visione unitaria dei fabbisogni della Repubblica, per questa ragione non vedremo più assunzioni di amministrativi nelle ASL dove invece servono medici. Le risorse disponibili quindi, saranno allocate efficacemente per reclutare secondo le necessità. I vincitori di concorsi saranno tutti assunti, mentre agli idonei questo diritto non potrà essere garantito a tutti come è giusto che sia, d'altronde. Anche i dipendenti delle Partecipate non dovranno temere il riordino e la riduzione del numero delle aziende. Saranno chiuse quelle che non perseguono un reale interesse pubblico, ma analogamente a quanto già in atto per i dipendenti delle ex Province, non perderanno il posto di lavoro. Saranno avviati a quello che possiamo definire il più grande processo di mobilità di personale nella storia della Repubblica. La Riforma consta di venti Decreti attuativi di cui, i primi dieci saranno portati in Consiglio dei Ministri prima di Natale od al massimo a gennaio 2016.
Sul tema cogente dei rinnovi contrattuali Madia ha tenuto a sottolineare che per legge il negoziato non può partire se prima i Sindacati non troveranno l'accordo con l'ARAN per ridurre il numero dei comparti. Si è poi detta consapevole che è ingiusto un blocco perdurante dei rinnovi che però è stato causato dalla più dura crisi economica che si potesse immaginare e comunque, c'è da tener presente che nel privato ad esempio, ha prodotto ingiustizie anche più gravi come la perdita di milioni di posti di lavoro cosa che nel settore pubblico non è accaduto. I contestati 300 ml stanziati nella Legge di Stabilità per rinnovare i contratti pubblici, aumenteranno ha promesso Madia, parallelamente all'uscita dalla crisi ed in ragione dell'incremento della crescita economica...
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ottobre 3, 2015 at 3:50
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Finalmente, pare proprio che sia pure a fatica, la trattativa sui rinnovi contrattuali si possa considerare avviata. Il ministro Madia infatti, ha dato pieno mandato all'Aran perché trovi un accordo con le parti sociali sull'applicazione della Legge Brunetta (Dlgs.150/2009), per l'accorpamento da 11 a quattro dei comparti di contrattazione del pubblico impiego. E' il primo passo cui si erano detti pronti Cgil, Cisl, Uil già a fine settembre. Un accordo propedeutico a determinare i nuovi livelli retributivi questo, per gli Statali di ogni ordine e grado. Più che dalla volontà degli attori, l'avvio è stato reso possibile dalla Sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo il congelamento degli incrementi salariali a tempo indefinito. Un blocco che ha congelato anche l'organizzazione dei servizi sottolinea Faverin della Cisl, per il quale bisogna ripartire con la contrattazione puntando sulle competenze e le professionalità acquisite per ricostruire un sistema di servizi avanzati, veloci e di qualità...(fonte)
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