gennaio 8, 2016 at 6:37
—
admin
Riordino della Dirigenza pubblica, rinnovo dei contratti di lavoro, aggiornamento del Testo Unico del Pubblico Impiego (D.Lgs.165/01), devono necessariamente viaggiare in simultanea sottolinea il prof. Sandro Mainardi, ordinario di diritto del lavoro alla Università di Bologna. Altrimenti si rischia di avere norme contrattuali in contraddizione o superate dalle norme di Legge, spiega. Il pacchetto organico di Riforma del Pubblico Impiego prevede infatti un primo passo propedeutico: la convocazione all'Aran dei sindacati per rideterminare i comparti di contrattazione già a metà gennaio. Saranno ridotti a 4, erano dodici: PA centrali, Scuola, Sanità, Regioni ed Enti locali. Università e ricerca resta ancora da definire se assimilarle alle PA centrali od alla Scuola. Si annuncia comunque in salita il percorso dei rinnovi che non prevede alcun recupero per i cinque anni precedenti di stallo. Le novità più profonde arriveranno per la dirigenza col ruolo unico: Stato, Regioni, AALL incarichi di 4+2 anni con un sistema di valutazione più stringente e realistico in ogni caso indipendente dal potere politico. Mobilità dei dirigenti prevista anche in uscita presso il settore privato. Infine in estate arriverà l'aggiornamento del T.U. anche qui, saranno semplificate le procedure per i licenziamenti disciplinari con tempi certi stabiliti per legge e la possibilità in capo alla PA di riavviare il procedimento in caso di reintegra per vizio di forma da parte del giudice...(fonte)
becbd468-29e5-44d1-8798-a1667e214e81|0|.0|27604f05-86ad-47ef-9e05-950bb762570c
Posted in: attualità | General
Tags: Riforma, PA, pubblico, impiego, T.U., testo, unico, riordino, dirigenza, ruolo, rinnovo, contratti, comparti, centrali, Scuola, Sanità, Regioni, Enti locali, licenziamenti, scarso, rendimento, disciplinare
dicembre 8, 2015 at 4:39
—
admin
I giudici non potranno più reintegrare, Renzi promette norme rivoluzionarie per il pubblico impiego coi Decreti attuativi della riforma Madia. Si accontenterà di licenziare per scarso rendimento, truffa ed assenteismo. Il giuslavorista Umberto Romagnoli sostiene però che un simile intervento è a rischio di incostituzionalità perché discrimina i lavoratori privati garantendo loro una tutela di rango inferiore a quella del lavoratore del settore pubblico. Per Romagnoli infatti, è sempre stato chiaro che la cancellazione dell'art.18 dallo Statuto dei lavoratori, investe anche il pubblico impiego...(fonte)