DM 640-17, Guerlin Butungu avrebbe potuto fare il bidello se non avesse fatto il biricchino questa estate

ottobre 7, 2017 at 12:26 admin

Non c'è paese al mondo disponibile a far penetrare le sue istituzioni più rappresentative lungo corsie preferenziali che non abbiano verificato un grado minimo di acquisizione e maturazione dei modelli culturali della civiltà di riferimento. E' questa la ragione per la quale da sempre sono previsti, tra i requisiti di accesso al pubblico impiego, la cittadinanza e la buona condotta. Se poi consideriamo che tra le istituzioni di un paese, la scuola è certamente la più delicata perché custodisce e trasmette alle nuove generazioni i caratteri e gli strumenti di riconoscimento comuni ad uno stesso gruppo umano, potremo allora comprendere a quale indice di vulnerabilità possono esporre le nuove regolamentazioni di accesso all'impiego in III fascia del personale ATA, quelle decise dall'Italia con il Decreto Miur 640 del 30/08/17. Si obietterà, ma è l'Europa che ce lo chiede e l'Italia recepisce senza batter ciglio quando la Germania, giusto per citare un paese a caso tra quelli che ci danno direttive, disapplica l'ordinamento comunitario nell'eventualità che questo sia in antitesi alla Costituzione e procuri un danno economico alla Repubblica guidata dalla Merkel. Il giovane congolese Guerlin Butungu protagonista insieme ai suoi amici marocchini dell'ultima estate romagnola ad esempio, con in tasca il suo bel permesso di soggiorno umanitario, a norma del Decreto Fedeli, se non avesse fatto il biricchino in riviera una notte di mezza estate, avrebbe potuto presentare la sua bella istanza on line assistito da un CAF umanitario e ritrovarsi capolista bidello della provincia di Rimini con buona pace dei diritti umani acquisiti dai colleghi italiani precari da una vita e con famiglia a carico. Tra bimbi e giovani maestrine del nostro sud, ne avrebbe trovati di buoni motivi per integrarsi. Pensiamo bene prima di affidare a chicchessia il futuro della nostra povera Italia, dal cuore troppo fragile e malandato (nd/Blog) 

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Decurtazioni, mancato rinnovo e revoca dall'incarico, a luglio il Ruolo Unico della Dirigenza Pubblica

giugno 28, 2016 at 4:52 admin

Ruolo unico delle dirigenza, a Luglio il Decreto attuativo della riforma Madia in materia. Alla Funzione Pubblica si accelera sulla bozza che dovrebbe essere di 23 articoli e che al momento ha ancora tanti spazi bianchi. Il timore per Barbara Casagrande segretario generale dell'Unadis, il sindacato dei Dirigenti Statali, è che si possa perdere l'incarico per un arbitrio. Il ruolo unico dei dirigenti si sviluppa su tre livelli: Stato, Regioni ed EELL da cui verranno scelti per incarchi quadriennali rinnovabili una sola volta. Fin qui, nessun problema. Le novità più significative riguarderanno i dirigenti che non riusciranno ad aver un incarico. Dovranno partecipare ad almeno dieci selezioni in tre mesi e si vedranno tagliare lo stipendio tabellare del 10% per ogni anno in cui resteranno in disponibilità fino ad un massimo di sei anni, trascorsi i quali, se permane la vacanza di incarico potranno essere licenziati od optare per la "retrocessione" a funzionario. Significative modifiche riguarderanno anche i dirigenti in attività: in caso di valutazione negativa, se non raggiungeranno gli obiettivi si vedranno lo stipendio di risultato tagliato fino ad un massimo dell'80% inoltre, sarà loro interdetto il rinnovo dell'incarico e nei casi più gravi, potranno anche essere revocati.

[fonte-UNADIS]

[ruolo unico]

[fuori ruolo unico]

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Cattedra sotto casa per l'italianissima mamma Agnese Renzi

settembre 9, 2015 at 11:41 admin

Si è messa in fila ed ha atteso con le colleghe sette ore all'Istituto Russel Newton di Scandicci per avere un incarico: "meglio di così non poteva andare", ha dichiarato dopo aver firmato la nomina annuale al liceo di Pontassieve Agnese Renzi, moglie del Presidente del Consiglio che ha spronato col miraggio del ruolo migliaia di affezionatissime mamme a spostarsi da casa per andare ad insegnare dove occorrono. Agnese invece insegnerà sotto casa, nel paesino dove risiede con la famiglia. "Se avessi avuto la nomina già ad Empoli avrei rinunciato per i figli", ha candidamente dichiarato l'italianissima mamma Agnese, poco esperta di comunicazione a differenza del loquacissimo marito. E se avesse avuto il ruolo avrebbe fatto le valigie? "A questa domanda davvero non posso rispondere, mi dispiace", ha chiuso così l'argomento. Riapriamo noi invece la questione, innanzitutto scusandoci perché crediamo nella bontà e sosteniamo su queste pagine la giustezza del principio di mobilità forzata in caso di necessità nell'ottica di risanamento della condizione economica del paese ed in secondo luogo, perché pensiamo che sia giusto sacrificare parte della propria vita privata pur di raggiungere l'obiettivo del lavoro ed assumere un ruolo attivo nella società. Le parole pronunciate dall'ingenua signora Renzi c'inducono però a riconsiderare un aspetto della questione mobilità dei docenti da sud a nord: la cancellazione da ogni graduatoria per le tante mamme che rinunceranno al ruolo in quanto non hanno un marito che mantiene la famiglia con stipendi da politico, è una ritorsione ingiusta che va rivista. La vita delle persone non è politica dove si può affermare tutto ed il contrario di tutto il giorno dopo senza pagare pegno anzi, arrivando al Governo del paese. Caro Matteo la notte non stare sereno, tante mamme per un tuo capriccio non possono rinunciare come Agnese al posto di lavoro e devono poter continuare a lavorare! (fonte)

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