gennaio 2, 2017 at 2:56
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admin
Le inefficienze dalla pubblica amministrazione italiana hanno un impatto devastante sull'economia, a pronunciare queste parole fu il Presidente della Corte dei Conti Raffaele Squietieri nel 2013. Nulla è cambiato da allora. Anzi, tutto è peggiorato. L'inefficienza ci costa ben due punti di PIL pari a 30 miliardi di mancata crescita all'anno. Secondo un'indagine UE sulla qualità delle Pubbliche Amministrazioni, peggio dell'Italia vanno solamente Grecia, Turchia e Croazia. Su base regionale, la ricerca evidenzia come il solo meridione d'Italia occupa le ultime trenta posizioni, peggio fanno solamente le regioni turche e bulgare [fonte]
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Tags: UE, PA, pubblica, amministrazione, qualità, PIL, crescita, Corte, Conti, Presidente, Italia, Turchia, Grecia, Bulgaria
ottobre 9, 2016 at 10:04
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La Commissione, il deficit, i sindacati, la Brunetta, tutto sembra congiurare per il NO al referendum del 4 dicembre prossimo. Gli Statali sono diventati un incubo per Renzi. Moscovici, il "cane" europeo a guardia della Legge di Stabilità si è rimangiato il via libera al deficit allegro in prospettiva antipopulista e Renzi è finito nuovamente nei guai. Tra le mance in programma per vincere il referendum Costituzionale c'era l'incremento del deficit fino al 2,4% del PIL che avrebbe consentito un congruo aumento dei salari in busta paga. La marcia indietro di Moscovici però che ha riposizionato il paletto del deficit al 2,1%, ha rimesso in gioco l'alienazione del consenso nelle urne del pubblico impiego. Il Governo infatti è stato costretto a prevedere uno stanziamento aggiuntivo di risorse per rinnovare i contratti pubblici che non supera i 600 milioni nella prossima Legge di Stabilità. Sommati ai 300 ml stanziati l'anno passato, fanno circa 900 milioni di euro a coprire i rinnovi fino al 2018 compreso. Tradotto: meno della previsione ottimistica di 20 euro netti in busta che oltretutto metterebbero a rischio la percezione del credito d'imposta di 80 euro che contribuì al successo alle ultime consultazioni europee. Allo stato delle cose, nessuna delle organizzazioni sindacali sembra disposta a firmare i rinnovi contrattuali anzi, il sindacato pone un'ulteriore condizione: il superamento della riforma Brunetta che impone di valutare la performance ed azzerare i premi a pioggia. Le ultime notizie danno la Madia disposta non ad abrogare la norma, ma a sospenderla in vista del referendum evidentemente il Governo prova a non alienarsi definitivamente il voto degli Statali...[fonte.1] - [fonte.2]
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Tags: rinnovi, contratti, Statali, pubblici, pubblico, impiego, sindacati, Commissione, Commissario, europeo, UE, deficit, PIL, bilancio, Governo, referendum, credito, imposta, busta, paga
giugno 4, 2015 at 3:04
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admin
Lo scorso aprile Libre, associazione di idee ha avuto il merito di riprendere il vecchio rapporto Eurispes 2014 e riproporre nella maniera che a noi risulta più congeniale, i dati inconfutabili sul pubblico impiego nella zona UE a spazzar via luoghi comuni sui quali si regge ancora dopo cinque anni e si vuole confermare nella prossima finanziaria, la necessità di mantenere il blocco dei rinnovi contrattuali fino al 2018 ed il congelamento degli stipendi che va avanti dal 2010 perché la spesa risulterebbe ancora particolarmente gravosa sul bilancio pubblico. Ebbene, numeri alla mano i dati ci dicono che se c'è ancora da tagliare nel pubblico impiego questo è il numero dei dirigenti il cui rapporto è di 1 a 10 cioè, abbiamo un dirigente ogni dieci dipendenti mentre nel complesso, il numero degli impiegati dello Stato è diminuito negli ultimi dieci anni del 4,7%. Perché il rapporto dirigenti/dipendenti è ancora così basso dopo anni di tagli e blocco del turn-over? Perché sono la cinghia di trasmissione della politica, una casta sopravvissuta al maglio della crisi senza accusar colpo, funzionale non già all'offerta di servizi al cittadini bensì alle esigenze di controllo ed implementazione delle centrali politico finanziarie si stanza a Berlino e Bruxelles.
Veniamo ai numeri: l'Italia ha un rapporto impiegati/popolazione di 58 a 1000, meglio di noi solo la formidabile Germania che conta 54 dipendenti statali ogni 1000 abitanti. La Francia ne ha 94, il Regno Unito 92, la Svezia veleggia a 135 statali ogni 1000 residenti. Ma non basta, mentre da noi la decrescita del numero di addetti è una costante, i citati paesi della zona euro registravano durante la crisi un rilevante incremento di buste paga a carico del contribuente. Il totale della spesa per il personale delle pubbliche amministrazioni in Italia incide per l' 11,1% sul PIL, meglio di noi la solita Germania (7,9%), l'Austria col 9,7% e l'Olanda col 10% di spesa in rapporto al PIL. In tutti gli altri Stati, la spesa per il personale pubblica mangia il 19,2% di PIL in Danimarca, il 14,4% in Svezia, 13,4% in Francia, il 12,6% in Belgio, l' 11,9% in Spagna, l' 11,5% in GB...