84.000 posti di lavoro cancellati nella PA italiana, solo la Grecia ha tagliato di più

luglio 1, 2017 at 6:30 admin

Nell'area OCSE, dopo la Grecia, abbiamo tagliato più posti di lavoro di ogni altro paese, per la precisione: 84.000 posti di lavoro sono spariti nella PA italiana nel quadriennio 2013-2016. In termini percentuali, le Amministrazioni Centrali hanno tagliati il 24% dei posti in pianta organica; le Amministrazioni Locali hanno cancellato il 17% dei posti. Secondo la Cgia di Mestre però, l'anticipo pensionistico dell'APE, la quattordicesima ai pensionati, l'allargamento della NO TAX AREA, hanno praticamente vanificato ogni sacrificio di risparmio ed a fronte dei 30 miliardi recuperati con la revisione della spesa, si sono registrate uscite aggiuntive per 31 miliardi [fonte.1] [fonte.2]

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I docenti afflitti dal male oscuro dell'uguaglianza, vanno valutati sulla sola reputazione

giugno 2, 2016 at 2:08 admin

Continua la nostra inchiesta sul mondo della scuola alla ricerca del suo assetto cogliendo l'occasione offerta da Attilio Oliva, educatore con l'ennesimo giudizio tranciante in tema di valutazione e meritocrazia: la scuola italiana costa 50 miliardi l'anno ed impiega un milione di persone. Un investimento notevole per il quale alcuno si preoccupa di valutare i risultati. Anzi, assistiamo ad uno scandaloso ostracismo da parte sindacale ad ogni occasione di misurazione dei risultati di apprendimento e della didattica. Apprezzabile il tentativo della buona-scuola di assegnare dei premi sulla base di criteri condivisi purché non si finisca per sentenziare che sono tutti bravi azzerando ogni possibile innesco di emulazione positiva. Se c'è un errore da imputare al Governo è stato quello di non aver dato dei criteri precisi di valutazione. La reputazione deve essere il criterio oggettivo in ragione del quale un docente va premiato. Analogamente a quanto accade con la selezione dei Nobel ad esempio, dove è l'intera comunità scientifica chiamata a selezionare con giudizi soggettivi i migliori. L'egualitarismo invece ancora condiziona la scuola impegnata alla ricerca di fantomatici criteri oggettivi come le ore trascorse tra le mura della scuola, il numero di compiti corretti, le mostre visitate che non rendono merito al lavoro svolto da bravi insegnanti capaci di trasferire il gusto per il sapere agli allievi...[fonte]

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