marzo 12, 2016 at 1:22
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admin
Sono alla Reggia di Caserta da cinque mesi ed ho fatto ancora poco rispetto alle cose che ci sono da sistemare, ma non voglio disturbare, faccio da solo nemmeno un euro di straordinari è stato speso. Nella PA i cambiamenti procedono lentamente, c'è bisogno di almeno un anno di lavoro per poter valutare i risultati. Io ho un contratto di quattro anni, diciamo che mi sono dato il compito di gettare le premesse per il cambiamento che sarà apprezzato da chi verrà dopo di me. A parlare è Mauro Felicori intervistato da Giovanni Minoli a Mix24 dopo essere stato oggetto di diffida sindacale indirizzata ai vertici del Ministero dei Beni culturali. Felicori, 64 anni bolognese, è stato per molti anni dirigente al Comune. Insegna gestione delle imprese culturali agli studenti del master in Comunicazione storica dell’Università di Bologna, attualmente è direttore della Reggia di Caserta selezionato con bando di concorso internazionale. Nella lettera al Ministero, le OOSS firmatarie lo accusano di trattenersi in ufficio ben oltre l'orario di lavoro, di aver riaperto al pubblico ambienti che dovrebbero restare in custodia sotto chiave per carenza di personale, di aver trasferito personale evidentemente intruppato, senza concordare alcunché con il sindacato. Messo all'indice dunque, per aver adempiuto il suo dovere ed aver applicato alla lettera la norma (Riforma Brunetta), che riconosce al datore di lavoro piena autonomia organizzativa. Quasi un tentativo di intimidazione che però è andato fallito anche grazie alla mobilitazione dei mezzi di comunicazione che hanno posto all'attenzione della opinione pubblica nazionale il caso. Il vento è cambiato, la gente vessata da un livello di tassazione senza eguali nel mondo e da condizioni precarie di lavoro quando ha la fortuna di trovarlo, non tollera le assurde recriminazioni sindacali che pongono ad obbiettivo della azione la garanzia di condizioni di comodo dal cui orizzonte l'interesse pubblico si dilegua fino a sparire nel nulla. Una polemica che non trova fondamento nell'operato del neo direttore, quella mossa da alcuni esponenti sindacali che per lunghi anni probabilmente, si erano abituati ad accomodare le cose e di punto in bianco si sono visti invece tirare fuori dai giochi nel tentativo legittimo di mettere ordine e ricondurre ciascuno al proprio ruolo. Per l'intero mezzogiorno ed in special modo per la Campania, la frizione tra il neo direttore Felicori e le OOSS di base, è il segnale che è stata compiuta una scelta felice nell'assegnare le poltrone dei beni culturali a mezzo di bandi di concorso internazionali. L'arrivo alla guida di musei e siti archeologici tra i più importanti al mondo, di soggetti fuori contesto portatori di un metodo sconosciuto alle sacche parassitarie dell'impiego pubblico concentrate in alcune aree del paese dove per tante ragioni, non ultime di ordine culturale, il settore è stato concepito dalla mala politica come discarica assistenziale del disagio sociale, può risultare l'inizio di un rivolgere al meglio condizioni di degrado che altrimenti affidate alla cura di esperti locali difficilmente troverebbero motivi sufficiente per rompere i legami con i costumi tolleranti che hanno impedito fin qui la valorizzazione dei beni affidati nell'esclusivo interesse pubblico dello Stato. Sto vivendo una esperienza meravigliosa alla Reggia di Caserta confessa Felicori, provo con moderazione a far capire che il mio intento è quello di voler cambiare le cose perché il mezzogiorno possa trovare nell'arte il punto per ripartire. Partiremo da terrae motus utilizzando il piano nobile della Reggia appena liberato dall'aereonutica militare, per allestire una mostra con le opere donate in occasione del terremoto dell'irpinia, dagli artisti occidentali più importanti. Una collezione dimenticata che dal 1° giugno sarà offerta ai visitatori di tutto il mondo. E non basta, tra le patologie del sistema Reggia ereditate dal passato, Felicori ha annunciato di aver avviato a guarigione anche l'affittopoli reale con gli sfratti esecutivi delle residenze occupate impropriamente dai custodi.
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gennaio 13, 2016 at 11:50
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admin
Quella che ascolterete, è la storia raccontata dalla viva voce di Ciro Rinaldi ispettore del Ministero dello Sviluppo Economico in forza alla sede di Bologna, delegato sindacale della Cgil FP. Sette anni fa, Ciro raccoglie le lamentale di due colleghi che vedono i loro carichi di lavoro quotidianamente gravati dall'assenza dei loro colleghi che timbrano regolarmente e poi abbandonano il posto di lavoro. Colpito nel suo onore di sindacalista prima e dipendente pubblico poi, Ciro segnala il caso al dirigente del servizio. Per due anni però questi non assume alcun provvedimento. Vista l'inerzia dell'Amministrazione, Ciro allora decide di presentare un esposto in Procura e le successive indagini della Guardia di Finanza documentano gli abusi di 29 soggetti. 20 di questi vengono derubricati ad illecito disciplinare, 9 invece vengono denunciati e rinviati a giudizio. Passano sette lunghi anni e finalmente si arriva ad una prima condanna ad 1 anno e due mesi, pena sospesa con la condizionale e la non iscrizione nel casellario penale. Magra soddisfazione, il reato tra un anno andrà addirittura in prescrizione nel frattempo, piuttosto che applicare la Legge Brunetta in vigore e comunque risolvere i contratti senza aspettare la condanna definitiva come previsto nei casi di falsificazione della presenza sul posto di lavoro, i "nostri eroi" hanno continuato a percepire stipendi, premi ed a progredire in carriere mentre Ciro, oltre a patire l'ostracismo e l'isolamento ambientale, si è dovuto difendere da una denuncia per truffa dalla quale è stato assolto ed ha visto la sua carriera frenata da valutazioni negative del dirigente che espressamente lo accusa di aver arrecato un danno di immagine all'Amministrazione per le numerose interviste e denunce agli organi di stampa. Ciro racconta anche del suo sconcerto per l'isolamento e le incomprensioni subite nella stessa organizzazione sindacale di cui era rappresentante...(fonte: radio Sole24-Oscar Giannino)
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