Superiamo la Brunetta, l'orologio di UIL-PA fermo al 1995

febbraio 6, 2016 at 11:43 admin

Nostalgia, nostalgia canaglia cantavano Albano e Romina, ma per UIL-PA concertazione e privatizzazione del rapporto di pubblico impiego sono la "jihad" del lavoro per la quale battersi oggi e sempre. Fiera di aver raccolto le firme per una Legge di iniziativa popolare ammessa alla discussione alle calende greche destino che accomuna d'altronde tutte le proposte di legge popolari, la Uil-PA anticipa che nelle prossime trattative di negoziazione dei rinnovi contrattuali, chiederà al Governo un impegno formale perché sia superata l'odiata Brunetta che nel frattempo però, è già stata "superata" in peggio dall'ultima "Madia". Addirittura c'ha speso un seminario Uil-PA per affermare che della Brunetta (D.Lgs.150/09, sic!), non le vanno giù la valutazione individuale e le fasce di merito; le trattenute per assenteismo influenzale e la produttività individuale. Chiede infatti il ritorno alla produttività collettiva e più in generale il ripristino delle prerogative sindacali della contrattazione appunto sottratte dalla Legge alla negoziazione, dopo gli eccessi e gli abusi dei veti interditivi. Quasi un revival come se la crisi economica, il fallimento di Lehman brother, la crisi dell'euro e quella del debito europea non fossero mai accadute e nulla avessero insegnato. Tutto come se stessimo in pieno boom economico dei favolosi anni '80 e potessimo svalutare la lira per presentarci competitivi sul mercato e finanziare la spesa pubblica a debito perché è ancora sotto controllo intorno al 60% del PIL e non al 134% con una montagna da spalare di 2.200 Mld di euro. Ci assale il dubbio che a marginalizzare il sindacato non sia stata la rottamazione renziana, quanto piuttosto la depressione dei vertici di una parte importante dell'intero movimento sindacale, che non riesce a sintonizzarsi sui tempi nuovi e le mutate condizioni economiche globali attardata a disegnare schemi ed attuare dinamiche oramai prive degli elementi di riferimento economico-sociali-politici. Anche loro forse troppo giovani per andare in pensione, troppo vecchi per ricercare nuove idee e strade alternative che ridiano un ruolo al sindacato oltre le tavole dei palcoscenici TV...(fonte)

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